Dirha: la voce della domotica

14 Luglio 2015 Smart Building Italia


dirhaGarantire l’efficienza energetica e il risparmio, questa è la percezione generale che le persone hanno della domotica. Ma la domotica (termine mutuato dal francese domotique, composto dal sostantivo latino domus – casa – e da informatique) è molto altro. Invece, attorno alla domotica esistono interessanti iniziative. E la dimostrazione è anche nel progetto scientifico Dirha ( che sta per Distant-speech Interaction for Robust Home Applications), coordinato dalla Fondazione Bruno Kessler di Trento, finanziato dall’Unione europea con 3,5 milioni di euro e a cui vi partecipano i centri di ricerca Athena Rc Iamu (Grecia) e Inesc-Id (Portogallo), l’Università di Graz (Austria), le società DomoticArea (Rovereto), STMicroelectronics (Milano) e New Amuser (Torino). La fase sperimentale del progetto è da poco giunta a conclusione, riscuotendo grande interesse a livello internazionale e il plauso della Commissione europea, che l’ha definito “eccellente, al di sopra delle aspettative”. Insomma, esiste ancora un’Europa virtuosa, creativa e anche solidale. Che cos’è Dirha? È un sistema che permette di usare la voce come un telecomando per accedere a servizi e gestire i vari dispositivi presenti in una casa, utilizzando una rete di microfoni distribuiti nell’ambiente in modo da captare comandi vocali, comprenderli e trasmetterli ad una centralina domotica attraverso cui viene eseguita la corrispondente azione. Pensato in particolar modo per le persone con disabilità motorie, Dirha non ha bisogno di connessione a internet, al contrario di gran parte delle soluzioni che propone il mercato e che prevedono l’accesso e la trasmissione audio ad un servizio remoto. Al momento il prototipo funziona in italiano, tedesco, portoghese e greco; a breve anche la versione in inglese.