Impianti centralizzati condominiali. Quale equo compenso?

31 Luglio 2015 Smart Building Italia


condominiNon c’è stata ancora una risposta alla richiesta inviata tempo fa per lettera indirizzata al presidente dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, AGCOM, Angelo Marcello Cardani, fatta da CNA Installazione Impianti allo scopo di individuare il quadro regolamentare di riferimento per l’utilizzo, da parte dei gestori di telecomunicazione, della infrastrutture di rete all’interno dell’edificio di proprietà condominiale. Nella fattispecie, CNA chiede lumi sul principio di “equo compenso“, ovvero la somma che i gestori dei servizi telefonici e digitali dovrebbero corrispondere ai condomìni proprietari dell’infrastruttura di rete, ora resa obbligatoria dall’articolo 135 bis della Legge 164/2014. Equo compenso che ad oggi è riservato solo alle compagnie telefoniche, escludendo quindi privati cittadini e, per esempio, aziende municipalizzate.
Nella lettera firmata dal presidente di CNA Installazione Impianti, Carmine Battipaglia, in cui si ricorda quanto CNA Installazione Impianti sia impegnata con diverse amministrazioni comunali in progetti per migliorare il decoro urbano, promuovendo la centralizzazione degli impianti di ricezione dei segnali televisivi con la contestuale realizzazione negli edifici della rete di telecomunicazione in fibra ottica, si rilevava inoltre come la realizzazione dell’impianto multiservizio anche negli edifici esistenti, e non solo in quelli nuovi o per i quali sono necessari lavori di profonda ristrutturazione, come richiesto dalla norma, possa contribuire al miglioramento del decoro urbano ed alla diffusione della banda larga ed ultralarga nel territorio italiano. «Riteniamo anche che la realizzazione della rete di telecomunicazione all’interno dell’edificio a cura del condominio – si legge nella lettera – ponga il problema della regolamentazione simmetrica in materia di accesso alle infrastrutture fisiche di questo tipo di reti».