Fibra ottica ancora in cerca di casa

16 Ottobre 2018 Smart Building Italia


A convegno sulla fibra ottica, che nella rete tutto velocizzerà e moltiplicherà in modo quasi esponenziale. Succede sempre più spesso. Ed è, in fondo, il minimo da aspettarsi in un’Italia protesa, pur fra note difficoltà infrastrutturali e nebulosità legislative, ad adeguarsi agli standard europei, che prevedono l’85% della popolazione raggiunto da questo fondamentale servizio entro il 2020. Come dire “dopodomani”.

Tutto ciò fa comprendere la sempre maggiore frequenza di questi summit di addetti ai lavori, mirati a fare luce su come siamo messi, quanti problemi ancora sono da risolvere e quali scenari dobbiamo aspettarci nei prossimi anni. In questo contesto, di fibra ottica si è parlato anche ieri, 15 ottobre, al convegno organizzato dalla CNA di Roma. Dove, fra i vari temi trattati, è stato toccato uno dei punti chiave, e per ora dolenti, del tema fibra ottica in Italia: quel reale e capillare completamento della rete che avviene solo in modalità FTTH, ovvero Fiber To The Home, ovvero fibra “in casa”, effettivamente e continuativamente a disposizione di un’utenza domestica, aziendale o pubblica che dir si voglia.

Negli stessi giorni in cui – cosa di ieri, diffusa dal magazine Wired – un colosso come Open Fiber annuncia di avere completato la propria rete di seimilatrecento chilometri interrata nel sottosuolo italiano, e realizzata in tecnologia EON, acronimo che sta per Elastic Optical Network, resta da capire in quale modo queste imponenti sovrastrutture poi si connettono con il condominio all’angolo, la biblioteca di quartiere o la startup appena avviata in zona industriale.

Al convegno della CNA di Roma, questa copertura ancora difficile del famoso ultimo tratto in verticale da cui dipende la modalità FTTH è stata al centro dell’intervento di Luca Baldin, event manager della fiera Smart Building Levante, in programma a Bari il 22 e 23 novembre prossimi. «Nonostante un quadro molto più dinamico e più concretamente orientato verso l’avvento globale della fibra ottica – ha spiegato Baldin – in Italia la normativa presenta ancora carenze in grado di ostacolare e rallentare questi processi virtuosi».

«In sostanza – continua Baldin – esiste un sensato testo legislativo di riferimento, che però troppo spesso non viene applicato. Mi riferisco all’articolo 135 bis del Testo Unico dell’Edilizia (qui si può scaricare la guida all’articolo) laddove cioè si chiariscono priorità e procedure in tema di installazioni impiantistiche. Il testo è buono, ma a mancare sono i regolamenti attuativi applicati dagli enti locali e mirati in buona sostanza a tutelare i privati dall’assalto dei gestori di telecomunicazioni, le Telco, ovviamente interessate a far arrivare il proprio cavo all’interno delle utenze. Per raggiungere un tale scopo, spesso le Telco convincono i privati a dotarsi di un impianto ad hoc, anche quando ne esiste già uno, come nel caso dei multiservizio condominiali, che però nessuno si preoccupa di far adeguare alle novità in arrivo, come invece sarebbe previsto».

Per ovviare a questo problema, che nei fatti sta ritardando la piena diffusione FTTH della fibra ottica, le soluzioni non mancano, secondo Baldin, che al convegno della CNA indica queste priorità: «Innanzitutto affermare la regola di buon senso che vieta la duplicazione dell’impianto anche per la tratta terminale della rete. Ciò può ovviamente avvenire definendo le modalità di tenuta in manutenzione degli impianti multiservizio, così da renderli idonei all’uso da parte delle Telco».

«Per centrare questo obbiettivo – continua Baldin – occorre sollecitare gli enti locali a far rispettare il dettato dell’articolo 135 bis del Testo Unico dell’edilizia, anche mediante l’inserimento nei regolamenti edilizi. Ciò comporta anche inserire gli impianti multiservizio come infrastrutture di rete nel SINFI, il catasto infrastrutturale, così da rendere nota la loro ubicazione e adottabilità da parte delle Telco».

«Tutto ciò sarà possibile – conclude Baldin – solo aprendo un tavolo di confronto con le Telco per stimolare l’adozione come tratta finale degli impianti FTTH degli impianti multiservizio esistenti e futuri di proprietà dei condomini, insistendo anche sull’utilità economica di farlo. Un processo a dir poco impensabile senza l’indispensabile mediazione di installatori elettronici in grado di porsi come consulenti-mediatori capaci di far dialogare in modo virtuoso le Telco e gli utenti».

Al convegno della CNA di Roma i segnali di svolta indicati da Baldin hanno trovato ascolto. Giovanni Santella, responsabile direzione reti e servizi comunicazioni elettroniche in seno all’Agcom, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, ha definito questa strada come l’unica praticabile per favorire un reale e capillare attecchimento della fibra ottica su tutto il territorio italiano. Francesco Burrelli, Presidente nazionale di ANACI, l’associazione degli amministratori condominiali, ha dato la piena disponibilità della propria categoria a partecipare ad auspicati, imminenti tavoli di confronto grazie a cui finalmente garantire l’applicazione integrale del 135 bis.

Scarica qui la presentazione di Luca Baldin.