Più italiani in internet, grazie al mobile (ma un terzo resta ancora offline)
Tempo di auguri, ma anche di bilanci, di classifiche, di dati. Ecco il rapporto dell’Istat Cittadini, imprese e ICT che prende in considerazione l’uso della rete e dell’ICT dei cittadini e delle imprese italiane nel 2015. Il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto, dipende dai punti di vista. Siamo stati il Paese in tutta Europa in cui è maggiormente cresciuto il numero di famiglie che si connettono a internet attraverso connessioni a banda larga, d’altro canto l’Italia è tra gli ultimi sei paesi nella graduatoria sulla diffusione della stessa banda larga con un valore pari al 74%.
Dunque, il trend di crescita cominciato nel 2010 si è consolidato quest’anno con un altro +2,2%, con il risultato che la quota di famiglie che dispone di un accesso a internet da casa è salita da 52,4 % a 66,2%. Ed ancora: il 60,2% delle persone di 6 anni e più (circa 34,5 milioni di persone) si è connesso alla rete negli ultimi 12 mesi (contro il 57,5% del 2014). Il contributo maggiore alla performance è stato conseguito grazie alle tecnologie mobili: crescono le famiglie con solo banda larga mobile (da 6,6% a 18,6%) o che dispongono di entrambe le modalità di accesso (da 1,4% a 11,5%).
Al di là dei problemi di diffusione della connessione, permangono grossi problemi di alfabetizzazione digitale: ben oltre la maggioranza delle famiglie (56,3%) che non navigano in internet da casa confessa che il principale motivo del non utilizzo della rete è la scarsa conoscenza dello strumento, mentre un quarto (24,5%) non considera internet come strumento utile e interessante. È invece quasi irrilevante il motivo della mancanza di disponibilità di una connessione a banda larga (1,7%), nonostante il permanere di ampie aree in digital divide.
L’Istat fa inoltre notare che l’anagrafe è determinante: “È ancora l’età il principale fattore discriminante nell’uso di Internet: sono i giovani ad utilizzare di più il web (oltre 91% tra i 15-24enni)”. Essendo l’Italia il Paese più “vecchio” d’Europa, con il 20% della popolazione che supera i 65 anni, è facile comprendere quindi il nostro ritardo.
A questo punto occorre citare anche i dati resi noti da Eurostat (l’istituto di statistica europeo), secondo il quale il 4% degli italiani si è connesso al web per la prima volta nel 2015. Riccardo Luna, digital champion italiano, sulle pagine de La Repubblica tende a smorzare eventuali entusiasmi e scrive: «L’impressione è che questa impennata di nuovi utenti si debba a qualcosa di molto meno poetico: la fatturazione elettronica obbligatoria». Ovvero, un nuovo rapporto di natura digitale con la pubblica amministrazione.
Per la prima volta l’Italia è prima per numero nuovi utenti internet. Ma non basta: adesso serve impegno Rai pic.twitter.com/M1d8SPCaRd
— Riccardo Luna (@RiccardoLuna) 20 Dicembre 2015
Meglio, stando ai dati Istat, le imprese: nel 2015 il 94,4% di quelle con almeno 10 addetti ha utilizza connessioni in banda larga fissa o mobile (91,8% fissa, 63,3% mobile). Ma solo il 70,7% di queste ha un proprio sito web, e solo poco più di un terzo lo usa per dare servizi sofisticati come la tracciabilità delle ordinazioni online o la personalizzazione di contenuti e prodotti. Infine, il commercio online: le aziende che hanno usato internet come strumento di vendita sono cresciute dal 6,3% del 2014 al 7,9% con un fatturato che arriva al 9,2% di quello totale (7,1% nel 2014).