I fornitori possono inoltre ricorrere alla cessione del credito ad altri soggetti, come gli istituti di credito o altri intermediari finanziari e i clienti finali possono scegliere la cessione di un credito d’imposta pari alla detrazione spettante direttamente con questi attori. Si tratta di un meccanismo che ricorda quello del mutuo, nel quale l‘interesse è la differenza fra importo del finanziamento concesso al cliente (100% del costo dei lavori) e quanto sarà recuperato dallo Stato, e cioè il 110% del costo. Un recupero di 5 anni, in ognuno dei quali alla banca spetta il 22% del costo.
Lato banche, da Unicredit fanno sapere che si possono rivolgere all’istituto condomini e proprietari degli immobili per cedere i propri crediti attivando una linea di credito o finanziamento appositi in attesa che i crediti siano maturi e il controvalore della compravendita del credito fiscale permette l’estinzione diretta della linea concessa.
Bnl, invece, fa sapere che la banca agirà da facilitatore intervenendo sugli aspetti economici e sugli impatti ambientali derivanti dalla riqualificazione del patrimonio immobiliare italiano, mentre Intesa Sanpaolo ha annunciato la disponibilità di intervento per i clienti interessati all’Ecobonus e al Sismabonus, privati, condomini e imprese. Il tutto prevedendo l’acquisto dei crediti di imposta dei contribuenti mettendo a disposizione soluzioni finanziarie modulari e flessibili. Un acquisto in forma diretta attraverso la cessione alle aziende, con la restituzione della liquidità necessaria al sistema per sostenere gli interventi di riqualificazione.
In questo modo, i più importanti istituti bancari nazionali, potranno agire per il rilancio dell’economia e del patrimonio immobiliare del Paese in ottica sostenibile.