Una noce di cocco per viaggiare velocissimi con la fibra

9 Febbraio 2016 Smart Building Italia


fibra

«I risultati ci sono, la tecnologia è alla portata e i costi non sono neppure elevati: servono solo operatori che credono nella rete in fibra FTTH e che vogliono offrire ai loro clienti velocità da record», scrive il sito DDay a proposito del progetto Coconut (noce di cocco, in realtà acronimo dal più articolato COst-effective COhereNt Ultra-dense-Wdm-Pon for lambda To-the user access) coordinato dall’Istituto Superiore Sant’Anna di Pisa.

L’Italia sugli scudi, insomma, all’avanguardia della ricerca, capace di mettere a punto un sistema per dare a tutti una connessione veloce 1 giga. Sì, un giga. Però attenzione: «La prima cosa da tenere bene a mente – scrive ancora DDay – è che Coconut funziona solo con le reti FTTH, ovvero Fiber To The Home: la fibra deve infatti raggiungere le abitazioni, non fermarsi in strada come avviene nel caso di molte connessioni spacciate per “fibra” dagli operatori tlc».

Coconut, progetto sviluppato anche con finanziamenti della Commissione europea e condotto in collaborazione con il Politecnico della Catalogna, l’università per le Tecnologie dell’informazione di Atene, da British Telecom, Ericsson AB, Alcatel-Lucent 35Lab, Promax Electronica e Optronics Technologies, pare essere proprio il sistema di collegamento ideale per sviluppare in concreto il concetto di smart building. «Gli operatori non vogliono intervenire sulle centraline in strada – ha spiegato a DDay il professor Ernesto Ciaramella – non si possono mettere negli armadi apparecchiature delicate e soprattutto nessuno ha intenzione di andare a toccare apparati che sono già stati installati e verificati. Coconut prevede solo un apparato da installare in centrale e un modem a casa degli utenti. Abbiamo fatto una stima e i componenti necessari per adeguare i modem non sono costosi. Siamo i primi a dimostrare che si può fare una rete con velocità da capogiro usando componenti a basso costo».