Telecom: esce Patuano ed accelera la banda ultralarga?
Le dimissioni dell’Ad di Telecom Marco Patuano, ufficializzate oggi pomeriggio, sono un nuovo colpo di scena che scuote la già intricata e per certi versi avvincente partita della banda ultralarga in Italia. Quasi quasi meglio di una serie TV.
Telecom, si è dimesso l’Ad Marco Patuano https://t.co/6FeSBzFXNM pic.twitter.com/FRf3sTeMcX
— IlSole24ORE (@sole24ore) 21 marzo 2016
Intanto, stamattina verso le 9, l’Ansa ha pubblicato un articolo che intende spiegare come sarà la Telecom del futuro. E scrive: «La parola chiave per capire gli obiettivi di Vivendi (la finanziaria francese che detiene il 24,9% delle azioni) e la prossima strategia di Telecom è convergenza: cioè l’integrazione tra reti e contenuti. Ma se questo è il tema centrale – continua l’articolo – ci sono altri tre concetti chiave: risparmi, investimenti, banda ultralarga. Già, perché l’uscita di Marco Patuano prelude ad una accelerazione del piano per la realizzazione della banda ultralarga, quella velocissima che consente di scaricare contenuti video».
Vivendi, sta infatti trattando un’alleanza con Mediaset Premium: insieme alla piattaforma satellitare francese Canal+ nascerebbe un gigante dei contenuti. Nel frattempo, dentro Telecom il lavoro sarà quello di setacciare i costi per realizzare risparmi che finanzino gli investimenti in banda larga. Secondo l’Ansa è stata la richiesta di una maggiore riduzione dei costi tra i punti di divergenza tra Patuano e i francesi.
L’Ansa ipotizza inoltre che la partita sulla rete ultralarga si giocherà sulle aree a maggior ritorno economico, «magari lasciando ad intese con altri operatori (o l’Enel) quelle a fallimento di mercato, dove solo con un ombrello statale è possibile investire».
E, a proposito di Enel, banda ultralarga e relative manovre, il magazine online Key4biz ha dedicato un articolo sul cambio di strategia di Enel sulla fibra ottica: «inizialmente partita da un piano per le aree a fallimento di mercato, ha annunciato l’intenzione di spostare il suo focus su 250 città considerate redditizie. Il piano – con Vodafone e Wind – nasce dalla convinzione, come ha spiegato l’Ad Francesco Starace, che utilizzando il sistema di rete di distribuzione dell’energia elettrica, i costi di cablaggio sarebbero del 30 o 40% inferiori e la rete riuscirebbe a raggiungere 32 milioni di clienti finali contro i 21 milioni della rete tlc».
«La via italiana verso la fibra ottica continua ad affollarsi di annunci», ha commentato Key4biz. Tutto il resto rimane in stallo. Saranno i francesi a dare la scossa districando la matassa?