Nel Recovery Plan ci sono quasi 30 miliardi per l’edilizia
Gli interventi per l’efficienza energetica e la riqualificazione degli edifici andranno ad impattare sia sul settore pubblico che su quello privato.
L’impiego delle ingenti risorse previste dal Recovery Plan è al centro dell’attenzione ormai da diverse settimane, tanto che non manca chi lo annovera fra le cause della recente crisi di governo. Resta il fatto che anche chi è “allergico” alla politica farebbe bene a seguire l’evolversi della situazione, perché stiamo parlando di un crocevia fondamentale lungo la strada che deve portare alla decarbonizzazione del Paese. Ancor più attenzione, considerata la mole degli interventi previsti, è consigliata a imprenditori, professionisti e lavoratori dell’edilizia. Una moltitudine di persone che sarà coinvolta nei prossimi anni nell’immensa opera di riqualificazione green del nostro patrimonio immobiliare.
Il capitolo del Recovery Plan dedicato agli interventi sull’edilizia è denominato “Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici” con la previsione di molti progetti e interventi finanziati con risorse complessive pari a 29,35 miliardi di euro, almeno secondo la versione più recente del documento governativo. Quest’ultima è una precisazione necessaria perché nella prima bozza diffusa dall’esecutivo la cifra totale era addirittura di 40,1 miliardi. Il perché di questa enorme sforbiciata è però impossibile da capire in quanto nella bozza di partenza non veniva indicata la specifica ripartizione delle risorse a differenza della versione successiva…
Lo stanziamento “residuo” può comunque sembrare notevole, ma bisogna pensare all’enorme ambito d’applicazione. È lo stesso Piano del governo a sottolineare come “la maggior parte dei 14,5 milioni di edifici del Paese è stata edificata in epoche precedenti alle vigenti normative legate all’efficienza energetica”. Dunque è auspicabile, nonché probabile, che i quasi 30 miliardi del Recovery Plan rappresentino in realtà il primo passo per abbattere in modo drastico i consumi di energia degli edifici che generano più di un terzo dei consumi totali in Italia con le conseguenti emissioni di CO2.
Le risorse per la riqualificazione degli immobili sono a loro volta suddivise per due tipologie di interventi, a beneficio del settore pubblico (10,84 miliardi di euro) e di quello privato (18,5 miliardi). In particolare, nel primo caso si parla della “realizzazione di un programma di efficientamento e messa in sicurezza del patrimonio edilizio pubblico, con particolare riferimento a scuole, edilizia residenziale pubblica, Comuni e cittadelle giudiziarie”. Un ambito nel quale la maggior parte degli stanziamenti (6,42 miliardi) è destinata al risanamento strutturale degli edifici scolastici oltre che alla realizzazione di nuove scuole in un’ottica di sostituzione edilizia.
Per quanto riguarda il settore privato, il documento indica “l’introduzione di un incentivo temporaneo per la riqualificazione energetica e l’adeguamento antisismico del patrimonio immobiliare privato, attraverso una detrazione fiscale pari al 110% dei costi sostenuti per gli interventi”. Dunque, il Recovery Plan fa riferimento esclusivamente al Superbonus come strategia d’intervento per l’utilizzo degli oltre 18 miliardi disponibili, peraltro con una previsione circostanziata d’impiego. Infatti, vengono stimati circa 3 milioni di metri quadri riqualificati per anno, corrispondenti a circa l’1% della superficie complessivamente occupata da edifici residenziali.