Casa intelligente, gli italiani ne sanno ancora poco

22 Aprile 2016 Smart Building Italia


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casa intelligenteCasa intelligente, a che punto siamo? «In Italia siamo all’anno zero», risponde secco Davide Rossi (nella foto) il direttore generale dell’AIRES, associazione che raccoglie i big nella vendita di elettrodomestici ed elettronica di consumo. Il severo giudizio di Rossi è la conseguenza dei risultati emersi dal sondaggio condotto dalla società Context su un campione di 2500 consumatori in Francia, Regno Unito, Germania, Spagna e Italia: diversamente dagli altri Paesi europei, gli italiani sono ancora poco inclini a spendere per vivere nella casa del futuro. La classifica stilata in base a conoscenza, desiderio e spesa assegna infatti il primo posto alla Germania seguita da Regno Unito, Francia e Spagna; l’Italia è in fondo.

La riluttanza all’acquisto non deriva però dall’incerta congiuntura economica, è dovuta principalmente dalla scarsa conoscenza dei vantaggi che la casa smart può dare in termini di qualità di vita, efficienza e risparmio energetico. «Noi del settore sappiamo che molte cose interessanti sono in corso, anche per via degli obblighi di legge, dobbiamo perciò fare finta che questa sia una opportunità start up – aggiunge Rossi – Solo se sapremo unire l’entusiasmo dei neofiti all’esperienza saremo in grado di sviluppare un segmento di mercato che potrà essere premiante in termini non solo di fatturato ma anche di marginalità».

A dispetto della scarsa conoscenza, l’interesse per il tema della casa intelligenza è tuttavia forte, specie tra le donne. Il sondaggio rileva infatti che sono proprio le donne ad essere più propense all’acquisto. Addirittura il 100% delle intervistate ha risposto affermativamente alla domanda se fossero interessate a spendere fino a 5.000 euro per rendere la propria casa intelligente. Tra i vantaggi percepiti c’è al primo posto il comfort (33,4% delle preferenze); segue con il 20,8%, la sicurezza, poi le commodity come regolazione temperatura, spegnimento luci o abbassamento tapparelle con il 19,8%; la cura dei parenti anziani per il 19,2% e l’entertainment con il 14,6%.

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La prima stanza della casa deputata a diventare smart è la cucina con il 61,2% delle preferenze, molto più indietro la camera da letto con il 16,6% e il soggiorno con l’11,3%. Se invece andiamo a vedere i servizi digitali, la preferenza spetta alla possibilità di collegarsi con il proprio medico o con l’ospedale più vicino in caso di necessità (32,2%), alla sicurezza con sistemi collegati direttamente alle forze dell’ordine (24,8%), alla possibilità di collegarsi con la compagnia assicuratrice in caso di allagamento o altri incidenti domestici (15,2%).

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Salvatore Paparelli, presidente di Ediel Holding, società nata per diffondere l’adozione dello scambio elettronico di documenti tra industria e distribuzione nella filiera degli elettrodomestici, commenta: «I dati parlano chiaro: gli italiani ne sanno ancora poco. Ciò dev’essere uno stimolo a informare i consumatori sui reali vantaggi della casa intelligente in termini di risparmio energetico e di elevata qualità di vita. Viviamo un cambio epocale, quello della casa digitale. È un trend irrinunciabile affinché il Paese progredisca».