La rivoluzione Internet of Things, regolata

2 Maggio 2016 Smart Building Italia


Internet of Things

«È una rivoluzione che può dar vita ad un asse portante del mercato digitale europeo». Antonio Preto, commissario di Agcom per le comunicazioni, è convinto che l’Internet of Things e le nuove tecnologie digitali possano dare slancio all’economia globale. Lo scrive il Corriere delle Telecomunicazioni a proposito dell’intervento di Preto al worskhop “IoT: Policy, Regulatory implications and best practices” il 27 aprile scorso a Tunisi.

Preto ha spiegato a Tunisi le mosse dell’Agcom in materia di IoT: «Abbiamo costituito un Comitato permanente per lo sviluppo dei servizi di comunicazione Machine to Machine con l’obiettivo di approfondire ed individuare le eventuali opzioni regolamentari in coerenza con le iniziative promosse a livello europeo ed internazionale per favorire lo sviluppo dei servizi M2M». Senza la definizione di regole certe e imparziali, ha inoltre affermato Preto, non c’è progresso economico. Al bando il caos, dunque: se rivoluzione sarà, dovrà essere regolata.

A proposito di Internet of Things è inoltre in atto un dibattito sulla quantità di banda necessaria per far funzionare gli oggetti connessi. C’è il partito di chi  pensa che gli oggetti che parlano tra di loro hanno bisogno di poco, scambiandosi pochi dati e spesso a breve distanza. E c’è chi invece pensa esattamente il contrario. Alberto Degradi, Infrastructure Architechtrure Leader di Cisco Italia, citato dal sito TechEconomy, afferma che «è vero che i sensori e i componenti delle applicazioni IoT generano una quantità di dati contenuta, e che molto di questo traffico non transita necessariamente su internet, ma è comunque un dato di fatto che le previsioni che abbiamo (Cisco Visual Networking Index, 2015) ci dicono che nel 2020 la quota di traffico internet generata da oggetti, M2M sarà il 40% del totale. Visto in una accezione più ampia, infatti, l’Internet of Things agisce da moltiplicatore per la creazione di innovazioni che sfruttano l’interazione dell’ IoT con applicazioni o servizi avidi di banda, come il video, o che creano nuove “fonti” di traffico internet connettendo un numero crescente di elementi del nostro mondo».