AGCOM: la domanda di banda ultralarga non decolla

5 Luglio 2016 Smart Building Italia


AGCOMOggi, 5 luglio, il presidente di AGCOM, Angelo Marcello Cardani (nella foto), ha illustrato la Relazione annuale alla Camera dei Deputati. Cardani ha detto un bel po’ di cose (leggi la presentazione) sul mercato nazionale delle telecomunicazioni. Ma una di quelle che colpisce maggiormente è che ad oggi «la diffusione degli accessi a banda ultralarga è ancora molto bassa (5,4% il numero di abbonati sulla popolazione contro il 30% dell’UE, anche se in aumento rispetto al 2014, in cui la percentuale era ferma al 3,8%)». La domanda per connessioni ultraveloci, pur crescendo, non decolla.

Ricordando che l’Italia si è posizionata nel 2015 al 25° posto dell’indice Digital Economy and Society, in risalita di una posizione rispetto al 2014, dovuta ad «una migliore capacità di recupero del divario rispetto all’Europa negli indicatori infrastrutturali e di offerta di nuovi servizi», Cardani ha sottolineato appunto che«fa da contraltare un’incapacità di risalire le posizioni dal lato della domanda».

«All’origine delle performance poco soddisfacenti dell’Italia – ha spiegato Cardani – ci sono due fattori determinanti: un minor livello di specializzazione e cultura digitale da un lato e l’invecchiamento della popolazione dall’altro».

Nel nostro Paese scontiamo perciò sia un ritardo infrastrutturale (ma gli italiani lo compensano collegandosi alla rete con smartphone e tablet con percentuali che almeno in questo caso sono superiori al 70%, in linea con le medie Ue), ma anche un gap di competenze digitali. Il risultato è che il 28% della popolazione italiana non ha mai utilizzato internet contro il 16% della media dei cittadini europei che non navigano in rete. Parafrasando: una volta fatta in Italia la rete a banda ultralarga, bisognerà fare gli italiani (che la usano).