Pandemia e guerra, la risposta dell’Europa è sempre più green
Obbligo d’installazione dei pannelli solari sugli edifici e stop alla vendita delle caldaie a gas: questi i due ambiziosi obiettivi indicati dal nuovo piano
“REPowerEU”
La politica, tantomeno quella ambientale, non è un gioco. Eppure, guardando a quanto annunciato dalla Commissione europea in tema di riforme green, il pensiero è proprio quello di un giocatore di poker che cerca di uscire dalle difficoltà rilanciando sempre di più. E così, di fronte agli sconquassi della pandemia, è arrivato prima il piano Next Generation EU, con i suoi stanziamenti miliardari per accelerare la transizione ecologica, seguito dall’annuncio dello stop alla vendita delle auto con motore termico a partire dal 2035. Poi, dopo l’esplodere del conflitto in Ucraina, due ulteriori “rilanci”, altrettanto clamorosi e dei quali ci occupiamo in questa sede, ovvero l’intenzione di introdurre l’obbligo d’installazione dei pannelli solari sugli edifici di nuova costruzione e il divieto di vendita delle caldaie a gas. Adesso, e chiudiamo la metafora ludica, non resta che verificare le carte in mano alla Commissione, ovviamente sperando che non si tratti di un bluff…
Il piano REPowerEU
Le due proposte green più recenti si trovano all’interno di “REPowerEU”, il nuovo maxi piano dell’Unione europea – quasi 300 miliardi di stanziamenti complessivi – messo a punto con l’esplicito obiettivo di riuscire a staccare definitivamente la spina, entro il 2027, dalle forniture di gas russo. E delle varie componenti di questa strategia di affrancamento energetico, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ne ha sottolineata una: “Proponiamo di rendere obbligatori i pannelli solari per gli edifici commerciali e pubblici entro il 2025 e per i nuovi edifici residenziali entro il 2029. Questo è un obiettivo ambizioso ma realistico”. Un provvedimento che secondo la Commissione europea dovrebbe concretizzarsi sotto forma di “un’introduzione graduale dell’obbligo giuridico di installare pannelli solari sui nuovi edifici pubblici, commerciali e residenziali”.
Un’espansione forzata dell’energia solare che del resto appare indispensabile al raggiungimento degli ambiziosi traguardi globali fissati dal nuovo piano europeo, se è vero che è previsto il raddoppio della capacità fotovoltaica già entro il 2025, mentre per il termine del decennio l’obiettivo consiste nell’installazione di una capacità pari a 600 GW. Accelerazione del fotovoltaico che si inserisce in un contesto ancora più ampio, con l’incremento della capacità di generazione delle energie rinnovabili che nel 2030 dovrebbe arrivare al 45% sul totale rispetto al 40% inizialmente indicato dal precedente piano “Fit for 55”. E questo significherà superare i 1.200 GW generati da energia “pulita”.
Riscaldamento senza gas
Se ricoprire con pannelli solari tutte le nuove costruzioni europee vi sembra un’operazione gigantesca, sappiate che a Bruxelles hanno pensato a qualcosa di ancor più gigantesco… Non si può definire altrimenti, infatti, l’indicazione di REPowerEU relativa al bando dal mercato delle caldaie autonome alimentate da combustibili fossili entro il 2029. Un divieto di vendita che taglierebbe direttamente i consumi del gas (attualmente in larga prevalenza proveniente dalla Russia) con il quale le caldaie tradizionalmente si alimentano. Il che, poi, renderebbe ancor più sensato il citato obbligo dei pannelli solari, poiché le pompe di calore destinate a sostituire le caldaie si alimenterebbero esclusivamente con l’elettricità.
In particolare la Commissione UE ipotizza un percorso lungo sette anni che passerà, tra il 2025 e il 2026, dal declassamento delle caldaie a gas nelle etichette sulla performance energetica. Più o meno contemporaneamente è prevista l’eliminazione delle agevolazioni che molti Stati membri dell’Unione prevedono tuttora per l’installazione delle caldaie a combustibile fossile. Ed ancora, da qui alla fine del decennio andranno rafforzati in modo crescente gli incentivi alla progettazione e realizzazione di impianti basati sulle pompe di calore. Una serie articolata di interventi che, appunto, dovranno rendere possibile nel 2029 il divieto di vendita delle caldaie autonome alimentate con combustibili fossili.