Industria 4.0, altra opportunità smart
Quel che si imputa ormai ai Governi degli ultimi due decenni (se non di più) è la perniciosa mancanza di una politica industriale, di una visione generale e di respiro che dia una direzione politica alle priorità economico-industriali del Paese. Il Governo in carica ha annunciato di averne una ed è basata sulla infrastruttura e sulla tecnologia digitale. Prima col piano banda ultra larga (BUL) e adesso col piano Industria 4.0.
«L’Italia è il Paese della non-governance, un piano di questo genere deve invece evitare di generare energie centrifughe e soprattutto rispettare le peculiarità del nostro tessuto imprenditoriale. Non possiamo imporci il modello tedesco, o quello americano o francese, ma cogliere il meglio degli altri approcci e specialmente continuare a utilizzare gli strumenti che hanno già dimostrato di saper funzionare», ha detto il ministro per lo sviluppo, Carlo Calenda, nel corso della presentazione, citato dal Corriere delle Comunicazioni..
Se ancora non ne siete a conoscenza, il Corriere delle Telecomunicazioni stesso ha sintetizzato bene il piano. Cliccando qui, invece, potete leggere il documento di presentazione del Governo.
Ma a proposito del tessuto imprenditoriale che distingue l’Italia rispetto alle altre economie, e cioè i distretti, il giorno dopo Il Sole 24 Ore ha ricordato, tuttavia, quanto sia ancora lunga la strada per mettere in condizione le aziende e le PMI di approfittare del piano Industria 4.0 causa una infrastrutturazione inadeguata, intitolando «Banda ultralarga «miraggio» per la metà dei distretti».
Produttività: la metà dei distretti italiani non ha la banda ultralarga https://t.co/oRpSC5N30G @24infodata pic.twitter.com/k1cbHjhFdW
— IlSole24ORE (@sole24ore) 23 settembre 2016
Secondo «l’analisi condotta dall’Osservatorio EY (Ernst & Young) sulla disponibilità ultrabroadband di rete fissa – scrive Andrea Biondi – si evidenzia che, a giugno 2016, circa la metà dei 141 distretti industriali (l’analisi si basa sulla classificazione Istat 2011) risultava sostanzialmente priva di servizi sopra i 30 Mbps».
Sì, siamo in ritardo su tutta la linea. Ma questo non fa più notizia. La notizia è semmai che la direzione politica (la politica industriale) intrapresa va verso il superamento di quel ritardo. La scelta è caduta sulla digitalizzazione, ed in questo senso va inserita anche la Legge 164/2014. Se i fatti ce la faranno ad andare oltre gli annunci, questa è all’evidenza la grossa opportunità, compatibilmente con le risorse pubbliche modeste e con le guerre di posizione dei privati. Sia per chi si occupa di cablaggio orizzontale che di cablaggio verticale, cioè dello smart building. Già, anche gli edifici industriali possono (devono) diventare smart building.