La domotica al servizio del sistema sanitario

24 Ottobre 2014 Smart Building Italia


Si è tenuta ieri al SAIE di Bologna, nel quadro dell’evento All Digital Smart Building e promosso da Medmatic@, il seminario “Domotica e salute”, che ha puntato l’attenzione sul rapporto tra innovazione tecnologica dello Smart Building e servizi sanitari e assistenziali. Condotto da Fabio Fonda, vicepresidente dell’ITIS di Trieste, il seminario ha portato all’attenzione di un pubblico di addetti ai lavori, alcune best practice, molto concrete, a partire proprio da quella triestina, che hanno dimostrato come un’attenzione particolare alla dotazione tecnologica dei nuovi edifici, ma anche delle ristrutturazioni, possa portare a sensibili benefici al servizio sanitario e al sistema assistenziale nazionale, anche in termini economici.
In modo particolare sono stati presentati progetti e prodotti in grado di assicurare l’assistenza a domicilio agli anziani (ma non solo), in grado di renderli in buona parte autonomi, con indubbi benefici sia per la qualità della vita degli anziani stessi, che per i servizi a essi dedicati, come è apparso evidente nella sperimentazione triestina di ITIS presentata da Carlo Breda, che si pone all’avanguardia in Italia.
La riflessione ha portato ad evidenziare come l’anello debole del sistema sia costituito oggi proprio dall’edificio, dove tutte le innovazioni sono frenate da un approccio progettuale spesso obsoleto e disattento alle innovazioni tecnologiche. Come ha evidenziato Mario Dal Co (nella foto), della Società Italiana di Telemedicina, la stessa normativa, sia nazionale che europea, coniuga il concetto di Smart Building soltanto in chiave di risparmio energetico, trascurando ampiamente i servizi alla persona, che potrebbero portare a significativi risparmi in materia di pubblica amministrazione. Il fatto che anche colossi come Google si stiano interessando a questi argomenti è segno evidente che i tempi sono maturi per un cambio culturale che avvicini il servizio all’utente e non viceversa, come dimostrano significative esperienza condotte in altri Paesi europei (Svizzera) e ed extraeuropei (Canada), con percentuali di riduzione dell’uso dei servizi di assistenza medica (per esempio il pronto soccorso), superiori al 40% e con reti di consulenza medica che coinvolgono decine di migliaia di operatori socio sanitari, con enormi benefici sia in termini di risparmio, che sulla qualità del servizio offerto.