Una filiera tecnologica italiana per stare al passo della transizione energetica e digitale
Uno studio curato da Elettricità Futura, Enel Foundation e Althesys mostra sfide e opportunità che attendono il Paese sulla strada del cambiamento sostenibile verso il 2030
“La grande espansione richiesta dal raggiungimento dei target di decarbonizzazione e dal PNRR deve essere accompagnata dallo sviluppo di una filiera tecnologica italiana”. È una delle affermazioni chiave contenute in un recente studio curato da Elettricità Futura, Enel Foundation e Althesys. Un’analisi che mostra come l’Italia potrà gettare il cuore oltre l’ostacolo, che poi è rappresentato dalla congenita “pigrizia” del nostro Paese nel recepire il progresso tecnologico rispetto alle altre grandi realtà nazionali del continente europeo.
Limitare il ricorso alle importazioni
Un report che parte dall’esistente per mostrare come il ricorso alle importazioni di prodotti finiti con il trasferimento di ingenti risorse ad altre nazioni extra-europee (che in alcuni casi ha caratterizzato le prime fasi di sviluppo delle rinnovabili), possa essere limitato o addirittura annullato portando a saldi della bilancia commerciale positivi. Per riuscirci sarà essenziale l’operato “sia di aziende specializzate, sia di grandi gruppi con business più diversificati ma comunque attivi nella fornitura di prodotti e servizi per le rinnovabili e l’elettrificazione”. Un concerto d’azione che porterà, di fatto, al determinarsi di una filiera tecnologica italiana.
L’analisi delle aziende mappate nello studio evidenzia come, nonostante sia difficile ad oggi tracciare i confini di tale filiera, esistono già quasi 400 aziende specializzate – con un valore della produzione di 10,9 miliardi di euro e più di 37.000 addetti -, oltre che varie aziende non specializzate, grandi gruppi diversificati e aziende con produzioni generiche ma funzionali alla filiera. Quest’ultime, segnala il report, “costituiscono un tessuto imprenditoriale che potrà aumentare la presenza nel settore in futuro, rispondendo al fabbisogno di tecnologie e servizi per la transizione energetica”.
Il nuovo modello di offerta DESIRE
In particolare, lo studio presenta un possibile “modello di offerta” denominato DESIRE, ovvero l’acronimo di Digital, Efficient, Sustainable, Innovative, Renewable Energy. Con esso si indica “un’energia sostenibile e utilizzata con efficienza grazie al ricorso a fonti rinnovabili e tecnologie per la digitalizzazione ed elettrificazione dei consumi”. Questo nuovo modello, grazie a politiche mirate, oltre a cogliere obiettivi di decarbonizzazione e indipendenza energetica, potrebbe portare la filiera ad avere in meno di dieci anni ricadute economiche cumulate fino a 361 miliardi di euro e oltre 540.000 nuovi posti di lavoro.
Si tratta di benefici consistenti che per gli estensori dell’indagine potrebbero essere sostanzialmente realizzati entro il 2030 laddove si riuscisse ad accelerare l’installazione di nuova capacità rinnovabile ed al contempo sostenere lo sviluppo della filiera tecnologica nazionale legata alle rinnovabili e alla smart energy. L’Italia, però, è chiamata ad attuare velocemente “una strategia nazionale chiara, concreta e lungimirante volta a creare le condizioni per lo sviluppo di una capacità industriale nazionale competitiva”.
Le misure da intraprendere
Le misure da attuare per centrare gli obiettivi, tra loro connesse e sinergiche, sono molteplici. Da una parte, sono necessari e urgenti interventi di riforma e ammodernamento del sistema Paese, dalla digitalizzazione alla sburocratizzazione. Dall’altra parte, bisogna prevedere una pianificazione stringente e affidabile per la transizione energetica che dia certezze al mercato.
Nel report vengono poi indicati altri elementi chiave del cambiamento, vale a dire elettrificazione, circolarità, competenze delle risorse umane, sostegno alla ricerca, al trasferimento tecnologico e all’imprenditorialità. Tutte componenti ritenute fondamentali “nel disegno di una strategia per la filiera italiana delle tecnologie per le energie rinnovabili e smart”.