Il lato oscuro degli isolamenti termici

31 Marzo 2023 Luca Baldin


In un’ottica di efficientare sotto il profilo energetico il patrimonio edilizio stiamo dando vita a immobili sempre più schermati ed isolati.

È un trend evidente e inarrestabile che ha senz’altro i suoi risvolti positivi in termini di riduzione dei consumi, ma che nasconde anche qualche insidia.
Si tratta di un argomento ben noto a chi si occupa per esempio di qualità dell’aria, dal momento che l’isolamento ha ridotto sensibilmente il ricambio “naturale”, garantito dai leggendari spifferi, e che sta portando, sempre più, all’inserimento all’interno dei progetti di impianti di ventilazione forzata in grado di mantenere elevati standard indoor.

Il problema è noto, la soluzione tecnologica c’è, basta utilizzarla

Meno noto è che i materiali utilizzati per la costruzione dei nuovi edifici o per la ristrutturazione di quelli esistenti costituiscono una barriera insuperabile per la trasmissione wireless, con un decadimento verticale della qualità dei segnali, specie nei grandi edifici e in quelli ad alta frequentazione, come gran parte degli edifici pubblici e i grandi centri commerciali e direzionali.

Il 4G da questo punto di vista aveva già segnato il passo da tempo, con le aree sotterranee irraggiungibili, ma la notizia è che anche il mitico 5G sta mostrando dei limiti in mancanza di infrastrutture di supporto, con velocità di download ampiamente insoddisfacenti.
Questo è quanto emerge da una ricerca Opensignal, che ha evidenziato che la velocità di download del 5G in Italia è tra le più basse in Europa.

Il problema sembra essere proprio quello delle reti indoor, a cui finora è stata prestata ben poca attenzione, e che viceversa costituiscono l’anello debole del sistema

Le risposte tecnologiche a questo problema, anche in questo caso, esistono e si chiamano sistemi DAS  (distribuited antenna system), ma anche infrastruttura digitale d’edificio in fibra ottica.
Nel primo caso i sistemi DAS sono sistemi di antenne distribuite che possono essere collocati all’interno degli edifici per aumentare la potenza dei segnali wireless. Nel secondo caso, molto semplicemente, si tratta di sfruttare i sistemi di distribuzione in fibra portando all’interno degli edifici i segnali che provengono dall’esterno, per poi distribuirli.

Appare quindi necessaria una forte sensibilizzazione dell’intera filiera per far comprendere il problema e far adottare le possibili soluzioni, dal momento che da stime effettuate circa l’80% della mole di dati trasmessi quotidianamente è indoor. Viene da pensare, come sarebbe logico, che problemi di questa natura debbano essere affrontati fin dalla fase di progettazione, andando ad impattare in modo sempre più determinate sulla “qualità” percepita del costruito.

 

Luca Baldin

Project Manager di Pentastudio e della piattaforma di informazione e marketing Smart Building Italia. È event manager della Fiera Smart Building Expo di Milano e Smart Building Levante di Bari. Dirige la rivista Smart Building Italia.