Palazzo dei Diamanti (Ferrara): restauro e riqualificazione
Un restauro grandioso, firmato Labics per la valorizzazione del complesso cinquecentesco e per l’adeguamento degli spazi espositivi
Il Palazzo dei Diamanti di Ferrara è realtà celebre per le numerose mostre di caratura internazionale che si tengono annualmente.
Da poco ha riaperto al pubblico, dopo il restauro e la valorizzazione volti anche all’adeguamento degli spazi espositivi e firmati dallo studio di architettura Labics.
Il progetto
Lo studio ha vinto la gara commissionata nel 2020 a seguito di un concorso internazionale in due fasi per l’ampliamento e il miglioramento degli spazi e dei servizi del Palazzo.
Guarda i casi studio dei migliori Smart Building in Italia e in Europa
Il progetto è stato perfezionato e approvato dal 2018 a inizio lavori ed emerge il ridimensionamento dell’intervento nel giardino retrostante, originariamente previsto con un padiglione espositivo mai realizzato.
Diverse le professionalità coinvolte nel progetto: Elisabetta Fabbri (restauro), Giovanni deVito (allestimento), Stefano Olivari (paesaggio) e Massimiliano Baldieri (lighting design).
Gli interventi
Azioni mirate alla conservazione dell’edificio storico, alla sua spazialità, alla sua qualità intrinseca nonché all’adeguamento dei suoi ambienti alle esigenze di un moderno spazio espositivo.
«Il progetto – ha dichiarato lo studio Labics – è mosso dalla convinzione che l’architettura, a differenza della pittura, della scultura o di altre forme d’arte, sia un’arte viva che non può solamente essere contemplata nella sua bellezza; un’arte che per continuare ad esistere debba essere fruita e, se necessario, reinterpretata. Così è sempre stato nella storia dell’architettura, fatta eccezione per la tendenza che, in tempi recenti, ha visto spesso il prevalere della logica della pura conservazione sulla possibilità di riscrittura e arricchimento dei monumenti che ci sono stati tramandati dal passato. Lo stesso Palazzo dei diamanti ha avuto una storia complessa nel corso dei secoli che lo rende un meraviglioso palinsesto, fatto di ripensamenti, aggiunte successive e parti mai completate».
Il primo intervento ha riguardato gli ambienti espositivi preesistenti, come l’Ala Rossetti e l’Ala Tisi. Qui le sale sono state dotate di superfici tecnologiche con le dotazioni impiantistiche. Nell’Ala Rossetti sono state realizzate pavimentazioni alla veneziana nel terrazzo e tutte e due le ali sono stati inseriti portali in ottone brunito per sottolineare la sequenza spaziale del Palazzo rinascimentale.
Il secondo intervento ha riguardato gli spazi prima occupati dal Museo del Risorgimento, ad oggi completamente rinnovati per nuove funzioni quali caffetteria, libreria, sala didattica e spazio polifunzionale.
I cortili interni sono stati rinnovati e integrati nel percorso museale, e il terzo intervento ha riguardato la continuità dei percorsi sia all’interno sia all’esterno.
Il giardino
L’intervento più rilevante è avvenuto nel giardino del collegamento tra le due ali del Palazzo con una struttura lignea leggera: una struttura leggera, trilitica, essenziale, realizzata in legno che si estende nel giardino, rimarcandone le geometrie principali.
La struttura è in legno carbonizzato e i tamponamenti vetrati scorrevoli proteggono il percorso nelle stagioni meno favorevoli, consentendo l’apertura in modo da ripristinare la continuità fisica tra il cortile rinascimentale e il giardino retrostante.