Oggi vi voglio parlare di auto…
La sottile linea rossa che unisce nuovi edifici e nuova mobilità
L’Agenzia internazionale per l’energia ci informa che nel 2023 ci sarà un altro boom globale di vendite per le auto elettriche, con una crescita stimata del mercato mondiale del 35% e oltre 14 milioni di modelli venduti. Nella corsa all’elettrificazione la Cina guida sempre la classifica, seguita da Europa e Stati Uniti. I numeri comprendono sia i modelli 100% elettrici sia le auto ibride ricaricabili, ovvero BEV e PHEV (Battery Electric Vehicle, Plug-in Electric Vehicle).
Un dato che si va ad aggiungere a quello, già record, del 2022, quando il valore totale delle vendite di auto elettriche o ibride plug in nel mondo si era attestato a circa 10 milioni di unità.
Come si diceva, la Cina rimarrà il primo mercato mondiale nel 2023, con 8 milioni di auto elettriche vendute, mentre in Europa la quota delle elettriche si attesterà al 21%, ovvero più di un’auto prodotta su cinque sarà full elettric o plug in, con la Germania nettamente in testa a tirare la volata.
Guardando al 2030, nello scenario della Iea denominato Aps (Announced Pledged Scenario) e basato sugli impegni annunciati dai governi, le vendite di veicoli elettrici dovrebbero raggiungere i 45 milioni di unità, ovvero il 35% circa del totale.
In Italia
L’Italia, purtroppo, in questa corsa segna il passo e, nel 2022 registra un rallentamento della crescita, che cala da 140 mila unità vendute nel 2021 a 115 mila nel 2022, come conseguenza del taglio agli incentivi e, probabilmente, anche di una certa confusione indotta dalla politica sugli obiettivi del Paese. Uno scenario “incerto” che ha molti parallelismi con quanto sta avvenendo in materia di transizione energetica nel campo dell’edificato, con l’opposizione annunciata alla direttiva europea sulle case green.
Si tratta in realtà di due facce della stessa medaglia, una medaglia che, da sola, vale oltre il 70% dei consumi energetici totali del Paese, e il fatto che l’Italia si stia posizionando tra le nazioni che oppongono resistenza al cambiamento in questi ambiti strategici, non solo non ci fa onore, ma rischia di causare un ritardo che alla lunga andrà a costituire un gap di competitività sulla scena mondiale il cui scotto ricadrà sulle generazioni future.
D’altro canto, ciò che lega la mobilità sostenibile alle case green e intelligenti non è solo la capacità di intervenire sulla fetta più rilevante dei consumi energetici, ma anche le sinergie, spesso trascurate, che si potrebbero innescare.
È evidente a tutti, infatti, che non è nemmeno immaginabile promuovere una progressiva sostituzione del parco auto circolante con auto elettriche se non si pensa parallelamente all’infrastruttura che rende possibile tale tipologia di locomozione. Ciò che è meno noto è che non parliamo solamente di punti di ricarica, ma di un sistema articolato e complesso che mette assieme mobilità elettrica, edifici green, energia da fonti rinnovabili e rete di distribuzione elettrica; tutti fattori di un solo sistema strettamente integrato che va trattato come tale e non per singoli pezzi.
Solo per suggerire i termini del ragionamento: provate per un istante a pensare ad un veicolo, nel corso della sua vita sta fermo mediamente l’85% del tempo, occupando soltanto spazio. Se si tratta di un veicolo elettrico dotato di batterie potenti e tecnologia V2G o V2X, tuttavia, nel momento in cui lo colleghiamo da casa alla rete, può incamerare energia ma anche restituirla all’edificio o alla rete in caso di necessità. Se solo immaginiamo questo singolo caso e lo moltiplichiamo per milioni di veicoli elettrici, collegati a milioni di edifici green e prosumer energetici, connessi a loro volta alla rete alimentata da fonti di energia rinnovabile, comprendiamo subito come questo elemento del sistema costituisca un meccanismo del tutto naturale per migliorare enormemente la resilienza del sistema. Tutto a condizione di ragionare con una visione strategica e integrata.