Quale formazione per il mondo dell’installazione e della progettazione?

12 Settembre 2023 Luca Baldin


L’argomento sembra (e in parte è) di lana caprina. Da anni l’intera filiera della home and building automation sul tema “formazione” sembra essere un disco rotto: ne serve di più, ne serve di migliore.

A livello di enunciati è quasi impossibile aprire un dibattito, dal momento che tutti si dichiarano pienamente d’accordo e favorevoli (ergo non c’è nulla di cui dibattere); ma quando si scende sul “come”, allora le cose cambiano profondamente e cominciano i distinguo, le condizioni, i sospetti e le accuse reciproche, ognuno agitando situazioni non esaltanti a sostegno delle proprie tesi.

Tra queste “cattive pratiche” agitate come “demoniache”, in primis, sul banco degli imputati troviamo le cosiddette formazioni obbligatorie che hanno come finalità il rilascio di patentini che abilitano le imprese di installazione all’esecuzione di alcune tipologie di interventi, come l’F-GAS che riguarda l’utilizzo di gas fluoranti e il FER per tutto ciò che riguarda gli interventi nel campo delle fonti da energie rinnovabili. Una vera pietra dello scandalo a sentire chi questi corsi deve frequentarli e anche pagarli; totalmente inutili nella maggior parte dei casi (non in tutti, ovviamente), ovvero pura “burocrazia” fine a sé stessa.

Non meno criticabili sono le formazioni, altrettanto obbligatorie, dei professionisti iscritti agli Ordini, che si basano sul cosiddetto sistema a punti (i celebri o famigerati CFP), che mirano in teoria a mantenere aggiornati gli iscritti in modo tale da garantire una qualità del servizio inalterata nel tempo, lasciando al contempo spazio ad ogni professionista di “costruirsi” la sua formazione; in pratica vissuti come un obbligo da assolvere nel modo più rapido ed indolore possibile, dopo il Covid meglio on line.

Entrambi i casi riportati hanno fondamenti ampiamente condivisibili e comprovati da una pratica pluriennale, anche se, a mio modesto parere in entrambi si confonde il fine con la patologia. La prima domanda corretta da farsi è, infatti, se alla base di quelle formazioni ci fosse una reale esigenza, e la risposta a tale domanda non può che essere affermativa. Detto ciò, passiamo alla patologia, ovvero al fatto che fatta così come viene fatta ora, sia la formazione obbligatoria dei tecnici che quella dei professionisti iscritti agli Ordini serve il più delle volte più ai docenti che ai discenti.

Ma allora dove sta l’inghippo?
A parere di chi scrive l’inghippo è proprio nell’obbligatorietà: il principio stesso dell’obbligo porta naturalmente ad una caduta vertiginosa della qualità della formazione, che risponde semplicemente alla necessità di soddisfare una procedura burocratica, smarrendo le proprie finalità (ovvero all’esigenza di trasferire competenze con la finalità di favorire l’innovazione).

Non è, infatti, a suon di obblighi che si risolverà mai la questione dell’incremento e dell’aggiornamento delle competenze dei tecnici e dei progettisti, di cui pur abbiamo drammaticamente bisogno, ma inserendo la formazione continua nel quadro della naturale competizione a livello di mercato; in altri termini trasfomandola in un elemento di successo che scaturisce da un investimento su sé stessi e sulla propria azienda di natura assolutamente volontaria, ma riconosciuta e perciò premiata.

Ciò su cui vale la pena discutere, quindi, non è se la formazione debba essere fatta, ma come come debba essere fatta e soprattutto di come valorizzarla, come tradurla in fattore competitivo facendo uso di strumenti che già esistono e si chiamano “certificazione delle competenze”.

Pensare che tutti i tecnici e tutti i professionisti siano uguali è un retaggio culturale del passato che deve essere superato, consentendo ai migliori di emergere e al mercato di riconoscerli.

Luca Baldin

Project Manager di Pentastudio e della piattaforma di informazione e marketing Smart Building Italia. È event manager della Fiera Smart Building Expo di Milano e Smart Building Levante di Bari. Dirige la rivista Smart Building Italia.