Anno nuovo, solita mancanza di visione strategica
Per questo primo editoriale del 2024 prendo spunto dal comunicato del Consiglio Nazionale degli Ingegneri che, subito dopo Capodanno, ha preso posizione sul nuovo Decreto Superbonus a cui aggiungo una personale riflessione su quanto previsto nella Legge Finanziaria, approvata dal Parlamento, come al solito in extremis, in merito ai diversi bonus fiscali in materia di edilizia e impianti.
Partiamo dal nuovo Decreto Superbonus: non si può non convenire con i dubbi espressi dal CNI in merito all’ennesimo giro di valzer su questo provvedimento che entrerà nella storia, molto probabilmente, come il più tribolato della legislazione italiana. Ancora una volta parliamo di “misure urgenti” per porre rimedio al caos generato dal blocco della cessione dei crediti e dai conseguenti ritardi nella conclusione dei cantieri, col rischio concreto di lasciare molti proprietari col celeberrimo cerino acceso in mano. Il Governo prova a metterci una pezza ma, anziché ammettere le colpe proprie e di chi l’ha preceduto e proporre una semplice proroga dei termini, si abbarbica in un ginepraio di limitazioni poco comprensibili e fortemente penalizzanti che rischiano di lasciare il problema esattamente come si è presentato a fine anno.
Giustamente il CNI “si domanda se effettivamente il nuovo Decreto sia sufficiente ed adeguato per risolvere le problematiche attualmente esistenti sul tema, che rischiano di creare seri danni e contenziosi”. In tal senso CNI si attende e auspica approfondimenti ed eventuali variazioni/integrazioni in sede di conversione in Legge del Decreto.
Ma il punto a mio parere più rilevante sollevato dagli Ingegneri, che si incrocia con il ridisegno dei bonus fiscali contenuto nella nuova Legge Finanziaria, è “la mancanza di un piano generale programmatico per il risanamento del patrimonio edilizio, strettamente necessario per affrontare concretamente il tema complesso del sistematico risanamento energetico previsto dalle nuove disposizioni europee, che dovrebbe impegnare il Paese intero per i prossimi decenni”.
Nella Legge Finanziaria, infatti, trova conferma il Superbonus, con una riduzione delle aliquote al 70% nel 2024 e al 65% nel 2025, ma riguarderà soltanto i condomini, ovvero quelle realtà complesse e variegate in cui convivono inquilini con disponibilità economico-finanziarie molto differenti tra loro e che pertanto faticano a trovare quel consenso indispensabile ad avviare un lavoro impegnativo di riqualificazione edilizia. L’esito di un simile provvedimento sarà quindi una sua applicazione molto problematica e conseguentemente altrettanto limitata, al punto tale che viene da chiedersi se ciò non sia stato voluto, vista l’ostilità del MEF a tale provvedimento.
Perché, per esempio, non trattare diversamente i proprietari di appartamenti sulla base del loro ISE, prevedendo la totale deducibilità e lo sconto in fattura a chi non ha capienza fiscale sufficiente, e permettendo perciò a chi ce l’ha di poter mettere mano con benefit fiscali inferiori al proprio immobile inserito in un condominio? Questa semplice differenziazione consentirebbe di sciogliere molte delle possibili problematiche che certamente si pongono agli amministratori di condominio nel gestire assemblee sicuramente difficili e per certi versi paralizzanti, dando finalmente un orizzonte ragionevole ad un tema non procrastinabile, come quello dell’efficientamento del patrimonio edilizio esistente.
Ciò che più manca è, come rilevano gli Ingegneri, una visione strategica e un panorama chiaro e ben definito entro il quale far operare il mercato. Speriamo che qualcuno prima o poi ce la proponga.