Sistemi BACS: parliamo di incentivi per il settore residenziale

22 Giugno 2024 Luca Baldin


Il Parlamento Europeo e il Consiglio d’Europa hanno prodotto nel 2024 l’ultima revisione della direttiva sulle prestazioni energetiche degli edifici (Energy Performance of Buildings Directive), responsabili del consumo di circa il 40% dell’energia totale impiegata nell’Unione.  Sempre nel 2024 è giunta anche la revisione della direttiva sull’Efficienza Energetica (Energy Efficiency Directive).  L’intenzione evidente degli organi di governo dell’Unione Europea è di accelerare il processo di decarbonizzazione del patrimonio edilizio continentale, stimolando gli Stati Membri a legiferare rapidamente in armonia con i suoi documenti di indirizzo.

In Italia la partita è particolarmente complessa, considerata l’obsolescenza del patrimonio edilizio esistente e l’enorme quantità di edifici da riqualificare (si parla di un primo stock di quasi 4 milioni di edifici al 2030 e di un totale di 12 milioni entro il 2050) con un investimento complessivo che alcuni istituti di ricerca stimano in circa 1000 miliardi.

Un volume di investimenti che, evidentemente non può essere alla portata dei soli proprietari di immobili ma che al contempo non può essere interamente a carico dello Stato, com’era avvenuto col Superbonus.  Che ci debbano essere tuttavia importanti incentivi fiscali per innescare questo cambiamento epocale, appare evidente a tutti, così come è a tutti evidente che tali stimoli debbano essere coerenti e costanti nel tempo.
Per avvicinarsi significativamente all’obiettivo della carbon neutrality degli edifici è possibile ricorrere all’adozione dei sistemi BACS (Building Automation and Control Systems), senza i quali per un edificio è di fatto impossibile operare a zero emissioni per tutto il suo ciclo di vita.

Per BACS si intendono quei sistemi automatici deputati al controllo e all’automazione degli edifici sulla base di alcuni parametri fondamentali, come temperature interne ed esterne, irraggiamento solare, illuminazione, occupazione dell’edificio. Questi sistemi risultano cruciali per l’efficientamento energetico, consentendo notevoli risparmi e ottimizzazioni, e abilitando, attraverso l’interazione con altre infrastrutture intelligenti, nuovi servizi ad alto valore aggiunto per la casa.

Coordinare una produzione da rinnovabili con l’autoconsumo, ottimizzare la connessione alla rete elettrica e fornire allo stesso tempo il comfort richiesto senza BACS, significa chiedere all’utenza uno sforzo e un cambio comportamentale che richiederebbe generazioni per essere attuato. I BACS rendono automatiche, e trasparenti per gli utilizzatori, queste ottimizzazioni generando una situazione di mutuo beneficio sia per l’ambiente che per il portafoglio dell’utente.
Non sorprende quindi che questi sistemi intelligenti vengano messi in primo piano nelle azioni incentivanti del Governo. La storia della presenza dei BACS tra i sistemi incentivati ha oramai una durata decennale.

Già nel 2015 infatti, la Legge 208, articolo 1, riconosceva i sistemi BACS tra gli interventi compresi nella detrazione “ecobonus”, tuttora prorogata a fine 2024, vincolando i sistemi ad avere le caratteristiche di multimedialità, di operatività da remoto per gli impianti di riscaldamento, acqua calda, climatizzazione delle unità abitative, sottolineando il ruolo fondamentale di questi dispositivi per l’aumento della consapevolezza dei consumi energetici da parte degli utenti (l’idea è che, se posso vedere in tempo reale i consumi, regolo meglio le mie esigenze in funzione del risparmio) e per il controllo ottimale del funzionamento efficiente degli impianti. La norma prevedeva che i sistemi di automazione mostrassero digitalmente i consumi energetici con cadenza periodica, rendessero visibili le condizioni di funzionamento degli impianti controllati, e consentissero il controllo da remoto. L’Ecobonus, lo ricordiamo, è una detrazione IRPEF o IRES del 65% o del 50%, spettante ai contribuenti che effettuano lavori per il risparmio energetico di edifici. Il bonus viene erogato nella forma di riduzione delle imposte, divisa in 10 rate annuali di pari importo.

Successivamente, mediante il D.M. 6/8/2020, mentre dal punto di vista finanziario si metteva un tetto alle spese per l’intervento di automazione, dal punto di vista tecnico si richiedeva che l’installazione raggiungesse almeno la classe B della UNI EN 15232, ovvero che il livello di automazione fosse avanzato, con gestione centralizzata e coordinata dei singoli impianti tecnici, e la possibilità dell’utilizzo dei dati di altri sistemi di misurazione installati nell’abitazione. Per potere accedere alle detrazioni da allora è necessario che l’asseverazione delle caratteristiche tecniche dell’impianto sia fatta da un tecnico abilitato (o con una dichiarazione dell’installatore per impianti di potenza inferiore ai 100 kW).

Tra le spese ammesse a detrazione (65%), la fornitura e la posa in opera di tutte le apparecchiature elettriche, elettroniche e meccaniche, le opere elettriche e murarie a servizio dell’installazione e della messa in funzione a regola d’arte, all’interno degli edifici, dei BACS e degli impianti termici degli edifici, nonché le prestazioni professionali. Lo stesso decreto individuava il tetto massimo di detrazione in 15.000 euro (corrispondente ad una detrazione del 65% sulla spesa massima di € 23.076), asserendo che le installazioni devono essere effettuate in “unità immobiliari private residenziali unifamiliari o abitazioni in condomini a prevalenza residenziale”.

L’utile guida contenente tutte le agevolazioni 2024 per riqualificazione energetica, pubblicata dall’Agenzia delle Entrate, conferma per i BACS, con quello che è oggi conosciuto come “ecobonus domotica”, la detrazione massima nella misura del 65% della spesa sostenuta, limite non vincolante per gli interventi con data di inizio dei lavori antecedente al 6 ottobre 2020.

Da notare che, se l’installazione dei dispositivi BACS multimediali è effettuata in concomitanza con un altro intervento di riqualificazione energetica agevolabile (ad esempio, contestualmente alla sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione o con pompe di calore ad alta efficienza ovvero all’installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda), è da ritenersi connessa a tale intervento e la relativa spesa concorre al limite massimo di detrazione per esso spettante.

Ancora vigente, anche se con limitazioni decrescenti ogni anno, il cosiddetto superbonus (ex 110%), versione 2024, che prevede, tra l’altro, l’agevolazione di interventi di efficientamento energetico, trainanti o trainati. Per queste agevolazioni i BACS sono ancillari alle installazioni di impianti eseguite. Il tetto di spesa è, al momento attuale, di 96.000 euro, spalmabile in 10 anni.

In un mercato trasversale, e non contenibile entro i confini nazionali, va ricordato pure il panorama europeo degli incentivi, che comprendono, oltre alle detrazioni fiscali, utili per l’utenza finale di un’abitazione, i crediti d’imposta, particolarmente allettanti per le Aziende che investono in BACS su scala più grande, le agevolazioni per accelerare l’Ammortamento, funzionali ad Aziende che per aumentare efficienza e sostenibilità devono acquistare impianti costosi. Da ricordare infine il “Bonus casa”, con detrazioni fiscali per interventi di ristrutturazione edilizia (50%, fino a un massimo di 96.000 euro), che possono includere l’installazione di sistemi BACS.

Tutti gli incentivi fiscali hanno lo scopo di promuovere il risparmio energetico anche nell’ottica della sostenibilità ambientale, rendendo consapevoli gli utenti ed i progettisti dei vantaggi dell’impiego della domotica.

Luca Baldin

Project Manager di Pentastudio e della piattaforma di informazione e marketing Smart Building Italia. È event manager della Fiera Smart Building Expo di Milano e Smart Building Levante di Bari. Dirige la rivista Smart Building Italia.