Il traino dell’industria per l’Internet of Things
Si susseguono i rapporti, le previsioni, le stime di crescita sull’Internet of Things, mirabolanti. L’ultima in ordine di tempo è della IDC, società americana di ricerca e consulenza, secondo cui sarà l’industria il traino per l’adozione di tecnologie IoT con una spesa globale di 1300 miliardi di dollari nel 2020. Il mercato italiano contribuirà con 35 miliardi (sempre di dollari), per un tasso medio annuo di aumento pari al 19,5%.
«L’industria globale, compresa quella italiana, è dunque pronta a superare le fasi della progettazione pilota e abbracciare progetti più ampi ed estesi – scrive il quotidiano online Cor.Com – L’hardware, spiega il report, risulterà la spesa IoT più importante da qui al 2020. Dopo di lei servizi, software e connettività. I settori più attivi sul fronte IoT a livello mondiale sono appunto il manifatturiero, i trasporti e le utilities. In particolare, il manifatturiero da solo ha investito nel 2016 quasi 180 miliardi di dollari in iniziative IoT, più di quanto speso da trasporti e utilities insieme».
Secondo gli analisti della IDC anche il segmento consumer contribuirà in maniera sensibile: prevedono, infatti, che nel 2020 sarà la terza voce per volume di mercato. Mentre «tra i nuovi fenomeni che emergeranno dalla crescita del mercato IoT – scrive ancora Cor.Com – il report di IDC cita l’arrivo delle piattaforme open data, che, tuttavia, potranno creare una certa confusione nelle aziende che già hanno investito in soluzioni e piattaforme IoT; la convergenza tra analytics e IoT, favorita da un utilizzo sempre maggiore di sistemi di machine learning per sfruttare la capacità di elaborazione; l’aumento di attività di memorizzazione, analisi e sfruttamento di almeno il 40% dei dati generati dai device connessi».
I robot, Bill Gates e le tasse
A proposito di automazione e di interconnessione industriale, ovvero di Industria 4.0, c’è senz’altro da rilevare quanto detto ieri da Bill Gates «entrato a gamba tesa nel dibattito in corso a livello mondiale sull’ascesa dei robot nelle fabbriche a scapito degli umani», scrive l’Ansa. Il fondatore di Microsoft ha infatti detto «Al momento se un lavoratore umano guadagna 50 mila dollari lavorando in una fabbrica, il suo reddito è tassato. Se un robot svolge lo stesso lavoro dovrebbe essere tassato allo stesso livello». Ricorda l’articolo dell’Ansa che «secondo McKinsey meno del 5% delle occupazioni attuali sono candidate per una completa automazione usando l’attuale tecnologia. Guardando avanti, però, il 45% delle attività per cui la gente è retribuita può essere automatizzata usando tecnologie già sperimentate».