5G a rilento: pesa l’opposizione (immotivata) di Comuni e cittadini

10 Luglio 2024 Rossano Capannini


Gli operatori fanno sempre più i conti con un aumento della resistenza all’installazione della tecnologia 5G e i responsabili sono i Sindaci e i loro concittadini, che operano basandosi spesso su un’informazione lacunosa, tendenziosa e senza alcuna base scientifica, con la conseguenza di rallentare una rivoluzione che potrebbe portare a grandi benefici per le comunità.

Pur senza ambire a far cambiare idea a qualcuno (impresa oltremodo ardua, di fronte a pregiudizi che sconfinano nella superstizione), proviamo a vedere assieme quali sono le principali obiezioni poste dagli oppositori al 5G:

  • la prima preoccupazione è sempre per la salute dei cittadini “minacciata” dall’inquinamento elettromagnetico;
  • la seconda riguarda la presunzione di dover mettere in atto procedure complesse di natura straordinaria da svolgere con un personale già insufficiente;
  • la terza riguarda considerazioni di natura estetica o urbanistica (le antenne e le torri sono brutte!);
  • la quarta riguarda la preoccupazione per la conservazione della biodiversità e per gli impatti negativi che potrebbero avere le onde elettromagnetiche su flora e fauna;
  • la quinta ed ultima è la summa delle precedenti e riguarda la disinformazione e le fake news;

Come dire, c’è di tutto e di più.

Se vogliamo tentare (non è detto che ci si riesca) di contrastare questo fenomeno frutto di disinformazione e pregiudizio, l’unica è approcciare queste problematiche da un punto di vista esclusivamente scientifico e non per “sentito dire”, basandosi su studi qualificati, come quelli portati avanti dall’Unione Europea e dagli Enti di ricerca incaricati.
Con questo approccio, ciò che emerge di razionale (i fantasmi li lasciamo agli altri) è in estrema sintesi questo:

PREMESSE

  1. L’installazione di stazioni radio base 5G porterà certamente all’impiego di bande di frequenze diverse rispetto alla situazione attuale. Le nuove reti 5G opereranno inizialmente sulle bande 700 MHz, 3,4 – 3,8 GHz e 26 GHz, ma sono previste ulteriori bande a frequenze millimetriche e quindi anche oltre i 26 GHz (fino a 60 GHz probabilmente).
  2. La propagazione delle onde elettromagnetiche a queste frequenze è difficoltosa e quindi richiederà una maggiore densificazione delle reti, ovvero la presenza di un numero maggiore di antenne, ma di dimensioni più contenute e con potenze nominali inferiori a quelle attualmente in uso.
  3. Questa densificazione, unita alle modalità operative del 5G, che ha un diverso sistema di trasmissione e ricezione dei segnali (usa antenne MIMO: Multiple Input Multiple Output quindi a multipli ingressi e a multiple uscite, nonché l’uso del Beam Forming e cioè della modellazione del lobo di emissione indirizzandolo verso aree a maggior richiesta di banda) porteranno cambiamenti per quanto riguarda le modalità di esposizione a questi campi elettromagnetici delle persone.

Dato quanto sopra per assodato, ora vediamo cosa hanno fatto le autorità ai massimi livelli per accertare eventuali pericolosità del 5G.

L’Unione Europea nel corso del 2020-2021 ha fatto realizzare alcune approfondite metanalisi con l’obiettivo di individuare una eventuale relazione tra l’esposizione ai Campi Elettro Magnetici (CEM) a RF e l’insorgenza di patologie nell’uomo. La ricerca è stata condotta dal Servizio di Ricerca del Parlamento Europeo (EPRS, European Parliamentary Research Service) e dal Joint Research Centre (JRC) della Commissione Europea.

Dalle analisi svolte, per quanto riguarda le neoplasie, come per altro già rilevato nel 2011 dallo IARC (International Agency for Research on Cancer) non ci sono allo stato attuale degli studi prove scientifiche sufficienti a sostenere un rapporto diretto di causa ed effetto tra l’esposizione a campi elettromagnetici e il cancro, ma la comunità scientifica concorda sul fatto che sono necessari ulteriori studi, considerazione che vale ancor di più per le bande di frequenza a onde millimetriche. E questo vale sia per gli uomini che per gli animali.

Quello che è ampiamente noto, tuttavia, è che le onde millimetriche (ovvero quelle utilizzate dal 5G e 6G) hanno una bassa penetrazione del corpo umano e quindi rimangono in superficie con effetti esclusivamente di natura termica. Non a caso l’ICNIRP (International Commission on Non-Ionizing Radiation Protection), commissione non governativa riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità OMS, l’11 marzo del 2020 ha aggiornato le sue linee guida che, risalivano al 1998, relativamente alle frequenze millimetriche proprio a causa dell’avvento del 5G.  Queste linee guida terminano con la seguente affermazione “Nel loro insieme gli studi epidemiologici non forniscono evidenza di un effetto cancerogeno dall’esposizione a campi elettromagnetici a radiofrequenza ai livelli che si riscontrano generalmente nella popolazione”.

In sostanza gli studi scientifici più accreditati testimoniano che ad oggi non vi alcuna prova che l’esposizione a CEM aumenti le probabilità di contrarre neoplasie.

Lo stato dell’arte degli studi scientifici è questo e non c’è molto da aggiungere, se non il fatto che i ricercatori continueranno a fare il loro mestiere.

Vale la pena, tuttavia, rilevare che in attesa che gli studi possano avere il tempo per consolidarsi, potrebbe essere comunque buona regola progettare reti 5G particolarmente ottimizzate per un’alta qualità di servizi ma con potenze contenute e quindi in grado di ridurre il livello di inquinamento elettromagnetico. A tal fine, lo ricordiamo, le tecnologie sono già ampiamente disponibili, come ad esempio le reti DAS (Distributed Antenna System) che favorirebbero la distribuzione del 5G all’interno degli edifici con potenze praticamente trascurabili.

Rossano Capannini

Ingegnere elettronico libero professionista, specializzato nell’ambito ICT. È stato Network Planning Team Leader presso i Laboratori Guglielmo Marconi SpA di Bologna fino al 2020. È esperto di progettazione di reti dati Wi-Fi Indoor e Outdoor e di reti dati per telecomunicazioni in fibra ottica nell’ambito delle WAN, MAN, FTTH, LAN, Smart City, Smart District, Smart Building, Smart Road e IoT.