Il rapporto tra Pnrr, Ingegneria e Architettura

13 Novembre 2024 Ilaria Rebecchi


Il rapporto del Centro Studi CNI sottolinea che è il valore dei servizi di progettazione a segnare il passo

Perde forza la spinta propulsiva del PNRR che ha trainato il mercato della progettazione dei servizi di ingegneria e architettura. Nel periodo maggio-agosto 2024 le stazioni appaltanti hanno pubblicato gare per un importo a base d’asta complessivo, per le sole gare di progettazione ed altri servizi, pari a poco più di 304 milioni di euro. Facendo un confronto con gli anni precedenti si osserva una “perdita” di oltre 600 milioni di euro in 2 anni. Confrontando i primi otto mesi del 2024 con lo stesso periodo del 2023, il saldo diventa positivo (615 milioni di euro complessivi) soltanto se si considera il totale complessivo degli importi a base d’asta, includendo quindi gli accordi quadro, i concorsi, i servizi ICT e le gare con esecuzione. E’ quanto emerge dal consueto rapporto pubblicato dal Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri.

“I dati elaborati dal Centro Studi – afferma Angelo Domenico Perrini, Presidente del CNI – attestano la prevedibile attenuazione degli effetti sui servizi di ingegneria e architettura che hanno avuto in questi anni provvedimenti quali i bonus edilizi e il PNRR. Se però le oscillazioni del mercato rappresentano un fattore che si può controllare fino ad un certo punto, molto si può fare per la valorizzazione del lavoro dei professionisti. Indipendentemente dalle evoluzioni del mercato, i professionisti tecnici che si occupano di progettazione hanno diritto ad un compenso equo. Anche sulla scorta di un altro documento del Centro Studi, che nei giorni scorsi ha attestato come l’orientamento giurisprudenziale prevalente sia per l’applicazione della legge sull’equo compenso senza se e senza ma, ribadiamo che i compensi per le attività professionali non devono essere soggetti a ribasso rispetto ai parametri normati e che il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa va applicato sulla base di valutazioni qualitative. Solo rispettando e dando il giusto riconoscimento al lavoro dei professionisti tecnici si può garantire la qualità della progettazione, a tutto beneficio della collettività”.

“Registrare una diminuzione di circa 600 milioni di euro sugli importi a base d’asta per servizi di ingegneria in due anni – sostiene Marco Ghionna, Presidente del Centro Studi – è un dato che va analizzato e compreso bene anche con approccio predittivo. Se dovesse infatti mantenersi il trend di diminuzione degli importi a base di gara banditi, od anche solo continuare costanti su questi valori, quel piccolo aumento del ribasso medio nelle gare per servizi di ingegneria rilevato oggi (+1.3%) rispetto allo stesso periodo del 2023, rischierebbe di ritornare a livelli incongrui spinti da un mercato in contrazione qualora in assenza di sistemi regolatori dei compensi professionali. Oggi invece il quadro normativo vigente sembra, pur in condizioni di mercato in evidente calo, mantenere i ribassi medi per i servizi di ingegneria entro valori capaci di salvaguardare la qualità della progettazione, il tutto a beneficio della collettività. Un altro dato interessante da osservare è quello della distribuzione delle gare in valore assoluto. Il 36,9% dei queste è in capo ai liberi professionisti, seppur con un valore economico derivato del 7,7% sul complessivo degli importi. Basta solo questo dato per comprendere quanto importante sia il lavoro dei liberi professionisti tecnici nel raggiungimento fisico degli obiettivi di sviluppo del sistema Paese”.

Entrando nel merito dei bandi di gara per servizi di ingegneria e architettura “tipici” pubblicati nel secondo quadrimestre del 2024, si scopre che circa la metà dei bandi pubblicati (il 49,8%) presenta un importo a base d’asta maggiore di 215mila euro, confermando l’importanza e l’impegno crescente nella realizzazione e miglioramento delle grandi opere pubbliche del nostro Paese. Va evidenziato che la quota di bandi con importo inferiore ai 140mila euro ricopre il 42,6% del totale.

Tutti i bandi di gara utilizzati nell’indagine del Centro Studi sono stati sottoposti ad un’analisi dei contenuti da parte dell’Osservatorio bandi della Fondazione CNI, al fine di individuare eventuali anomalie. A seguito dell’analisi dei 960 bandi pubblicati nel secondo quadrimestre del 2024, in 331 casi si è reso necessario un approfondimento più dettagliato dei documenti di gara, a seguito del quale, per 128 gare è stata inviata alla stazione appaltante una lettera di segnalazione dell’anomalia con relativa istanza di modifica o, in alcuni casi, di sospensione del bando. Le anomalie hanno riguardato principalmente aspetti correlati all’equo compenso e al calcolo dell’importo a base d’asta. Al momento della stesura del rapporto si sono registrati 46 casi in cui c’è stato un riscontro da parte della stazione appaltante.

Per quanto riguarda le aggiudicazioni, si assiste ad un calo dell’importo medio per tutte le tipologie di operatori, fatta eccezione per le società che vedono, al contrario, aumentare l’importo medio delle gare loro affidate. A risentirne sono soprattutto i liberi professionisti che vedono dimezzare l’importo medio delle gare ad essi affidati passando da 104.662 euro a 52.350 euro. Un po’ più confortante il quadro per gli ingegneri che si sono aggiudicati una gara facendo parte di una ATI o di una RTI con una società: in questo caso l’importo medio di aggiudicazione è sui livelli di quello dello stesso quadrimestre del 2023, seppur in lievissimo calo. I liberi professionisti si sono aggiudicati nel periodo maggio-agosto 2024 il 36,9 % delle gare, ma soltanto il 7,7 % degli importi. La fetta maggiore è stata aggiudicata dalle società: 44,2% delle gare e ben il 68,2% degli importi.

Approfondendo l’analisi dei dati, si osserva che all’aumentare degli importi a base d’asta diminuisce il numero di gare e l’importo aggiudicato dai liberi professionisti. Per i bandi con importo a base d’asta inferiore a 140mila, la quota di gare e di importi aggiudicati è rispettivamente il 62,5 % e il 61,5%. Per i bandi con importo compreso i 140mila e i 215mila euro si scende al 20% sia per la quota che per gli importi aggiudicati. Infine, per i bandi con importo maggiore di 215mila euro la percentuale degli importi aggiudicati scende oltre l’1%.

Dopo diversi anni in cui il valore medio dei ribassi di gara è stato in calo progressivo, si rileva, nel secondo quadrimestre del 2024, un lieve incremento dello stesso passando dal 21,1% del 2023 al 22,4%.

 

Ilaria Rebecchi

Executive Editor della rivista e del portale Smart Building Italia, lavora come Giornalista e Senior Copywriter specializzata in settori come tecnologia e digitale, creatività e social media.