Politica energetica UE, un sondaggio mostra le priorità dei cittadini
Un’indagine dell’Eurobarometro mostra quali sono i risultati più apprezzati e gli obiettivi da perseguire nelle strategie energetiche del nostro continente
Sebbene una certa narrazione, purtroppo ben presente nel nostro Paese, racconta la transizione energetica europea come il frutto di scelte cadute dall’alto, spesso non coincidenti con i reali bisogni della gente, l’aggancio fra le decisioni politiche e le necessità della popolazione resta invece un elemento ben tangibile. A mostrarcelo, per esempio, c’è un’indagine dell’Unione Europea che ha raccolto l’opinione dei cittadini su varie questioni riguardanti, appunto, la politica energetica nel nostro continente.
Dove c’è valore aggiunto
Eurobarometro, il “braccio” statistico dell’UE, ha fra l’altro voluto individuare quelli che i cittadini europei considerano gli ambiti energetici nei quali l’Unione Europea ha fornito un valore aggiunto per gli Stati membri durante l’ultimo quinquennio. L’azione più virtuosa, indicata dal 35% degli intervistati, è il supporto ai nuovi investimenti nelle energie rinnovabili, seguito (27%) da quello agli investimenti in tecnologie energetiche innovative. Terzo ambito energetico segnalato (25%), la garanzia dell’Unione per far restare i prezzi dell’energia il più possibile accessibili.
Interessante, poi, considerare lo specifico dei cittadini italiani in relazione allo stesso tema. Ebbene, prevale anche nel nostro Paese il supporto fornito dall’UE ai nuovi investimenti nell’energia rinnovabile (in misura però minore, il 32%). Ma con la stessa percentuale, quindi maggiore rispetto alla media UE, troviamo il supporto dell’Unione agli investimenti in tecnologie energetiche innovative. La differenza maggiore riguarda però la terza risposta più gettonata dagli italiani in tema di valore aggiunto UE nell’ambito energetico: per il 28% del campione nazionale sono molto importanti le agevolazioni al consumatore nella scelta di un fornitore di energia, piuttosto che nel passaggio da un fornitore ad un altro.
Gli obiettivi più importanti
Guardando al futuro, Eurobarometro ha individuato le preferenze dei cittadini in merito alle priorità nella strategia energetica del continente. La risposta più frequente (40%) ha riguardato la necessità di garantire prezzi dell’energia più accessibili per i consumatori. Un terzo del campione, poi, ha indicato l’esigenza di investimenti nelle tecnologie energetiche innovative. Ed ancora, tre intervistati su dieci (30%) ritengono strategica la riduzione del consumo energetico nel nostro continente, “ad esempio coibentando le abitazioni o rendendo i prodotti più efficienti dal punto di vista energetico”.
In questo caso, mettendo a confronto la media europea delle risposte con quelle fornite dal campione italiano, non emergono delle grandi differenze. Infatti, sono identici e nello stesso ordine di preferenza i primi tre obiettivi strategici che dovrebbe perseguire l’Unione Europea nel settore energetico. A cambiare sono soltanto le percentuali, considerato che la garanzia di prezzi più accessibili nel nostro Paese arriva al 44%, mentre il 38% chiede più investimenti nelle tecnologie innovative, con il 36% degli intervistati italiani che auspica una riduzione dei consumi energetici.
Consenso sulla neutralità climatica
Il traguardo della neutralità climatica europea per il 2050 rappresenta uno degli aspetti maggiormente criticato in ambito politico e dai media, ritenuto eccessivo e foriero di troppi sacrifici. Ebbene, da parte dei cittadini europei emerge però un sostanziale consenso al suo raggiungimento. Lo dimostra il fatto che oltre i due terzi degli intervistati si sono detti d’accordo con tutti i benefici apportati dalla neutralità climatica elencati nel sondaggio. Si va dal contributo assicurato dalla neutralità climatica nel contrasto all’innalzamento della temperatura e nella tutela dell’ambiente (81%), ai benefici sull’occupazione e sugli investimenti (79%).
Il 76% degli intervistati si è poi detto convinto che l’implementazione dell’obiettivo sulla neutralità climatica ridurrà la dipendenza UE dalle importazioni d’energia, mentre il 69% del campione afferma che garantirà bollette dell’energia meno costose per famiglie e aziende. Restringendo l’analisi all’Italia si registra qualche variazione sul tema. Sul contrasto all’innalzamento della temperatura e sulla tutela dell’ambiente il consenso sale all’85%. Allo stesso modo cresce (82%) quello relativo ai benefici per occupazione e investimenti. Sensibilmente più alta della media UE (77% contro il citato 69%) è invece la percentuale del campione italiano che indica il calo delle bollette energetiche come effetto del percorso verso la neutralità climatica.