Banda larga per la rinascita dei piccoli comuni
L’Italia dei campanili, dei piccoli comuni, quelli che contano meno di 5 mila abitanti, un’enormità: sono infatti 5591, cioè il 70 per cento del totale, occupano il 54 per cento del territorio e sommano 11 milioni di residenti (in calo del 20% e più dal 1971). La settimana scorsa questa Italia è stata oggetto dell’interesse del Parlamento: il Senato ha approvato in via definitiva la Legge “salva borghi” dotata di un fondo di 100 milioni di euro fino al 2023. E uno dei punti salienti del dispositivo di Legge è la banda larga (insieme, tra le altre, alle semplificazioni delle norme su alberghi diffusi e sulla messa in sicurezza dei territori dal dissesto idrogeologico).
Non si parla di strade o di ponti, ma di banda larga, che viene individuata come l’infrastruttura in grado di dare ai territori e ai cittadini la risorsa necessaria per favorire lo sviluppo sociale ed economico di aree che spesso coincidono con quelle definite a “fallimento di mercato”, dove cioè gli operatori di telecomunicazioni non hanno nessun interesse a investire. Tenendo presente però che, anche se minoritari dal punto di vista demografico, i piccoli centri sono in realtà un grande tesoro per la composizione del Pil nazionale. Pensate che il 93 per cento delle Dop e delle Igp agroalimentari si concentra proprio là.
Citato dal quotidiano La Repubblica, Ermete Realacci, deputato, capo della Commissione Ambiente della Camera e primo firmatario delle Legge (bipartisan), ha spiegato al proposito: «Se si è connessi con il resto del mondo si può dare vita a grandi imprese economiche anche in luoghi minuscoli». Dorina Bianchi, sottosegretario al Turismo, ha aggiunto: «Con la legge sui piccoli Comuni si colma un gap importante nel settore delle telecomunicazioni. Tale misura, oltre a favorire la crescita dei territori supporta lo sviluppo del Piano Impresa 4.0 all’interno del quale si inserisce anche il settore turistico».