Dai Tetti Puliti alla diffusione della banda ultralarga
Promosso da ANCI Veneto, l’Associazione Nazionale Comuni d’Italia, in collaborazione con All Digital – Smart Building e con il contributo di Sky, Open Sky e Fait, si è svolto giovedì 29 aprile, a Mirano (Venezia) alla presenza di Marino Zorzato, vicepresidente della Regione Veneto, Alessandra Poggiani, già direttore dell’Agenzia per l’Italia Digitale, e di Maria Rosa Pavanello, sindaco di Mirano e presidente di Anci Veneto, il workshop sulle prospettive di sviluppo del settore installazione e impiantistica domestica alla luce dei recenti provvedimenti di legge. Tema principale dell’incontro la legge 164/2014, che prevede dal luglio prossimo l’obbligo di cablatura del patrimonio edilizio nuovo o ristrutturato.
Grande interesse tra gli amministratori e i tecnici comunali intervenuti ha suscitato il contributo di Giuseppe Pugliese, amministratore delegato di Fait, azienda produttrice di impianti per la ricezione domestica dei segnali televisivi. Con il nome di “Tetti Puliti“, il progetto ideato da Fait e da CNA muove dalla considerazione che molta della fibra ottica posata risulta inutilizzata per l’assenza di impianti multiservizio (verticali) e per una norma di una decina d’anni fa sul decoro urbano, approvata dalla quasi totalità dei Comuni italiani, ma mai applicata in concreto. La norma prende di mira il disordine, tra antenne, cavi, parabole, che infesta molti tetti dei condomini delle nostre città. L’obiettivo è fare piazza pulita, come sta per avvenire a Roma grazie al Comune, a CNA Roma, Anaci Roma (associazione degli amministratori di condominio) e la Fait stessa. Il Comune di Roma ha infatti stanziato un fondo per iniziare la bonifica con incentivi per i cittadini.
Pugliese ha spiegato che «Il progetto è denominato “Tetti puliti” perché l’effetto scatenante al rifacimento degli impianti è determinato dalla presenza nei regolamenti comunali dell’obbligo della centralizzazione delle antenne di ricezione dei segnali televisivi, terrestri e satellitari. Il condominio, obbligato da una legge dello Stato a realizzare l’impianto di distribuzione multiservizio della banda ultralarga – ha continuato Pugliese – è obbligato da un’altra legge a condividere l’infrastruttura di rete con i gestori telefonici che però, a loro volta, devono rispettare norme emanate da una Autorità pubblica per la ripartizione dei costi sostenuti». In sostanza, saranno gli stessi gestori telefonici o anche le emittenti televisive a pagare un canone di affitto per l’infrastruttura ai condòmini proprietari nell’evidente interesse di avere a disposizione un sistema che faciliti la distribuzione nelle case dei loro servizi. Inoltre, «la norma abbinata con la detrazione fiscale in dieci anni prevista a favore di chi realizza il cablaggio strutturato negli edifici – conclude Pugliese – permette il quasi azzeramento del costo della realizzazione dell’impianto».