Smart home: cosa ne pensano gli installatori?

29 Agosto 2017 Smart Building Italia


smart homeSecondo i dati dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano il mercato della smart home in Italia ha superato nel 2016 i 180 milioni di euro, +23 per cento rispetto all’anno precedente. Dal lato della domanda le cose procedono bene, dunque. Ma, considerato che il 70 per cento dei consumatori – sempre secondo il Politecnico di Milano –  si rivolge alla filiera tradizionale per l’installazione di soluzioni smart home nella propria abitazione, come stanno le cose lato offerta, e precisamente in che modo il mondo dell’installazione ha colto la nuova opportunità di business?

Ha voluto capirlo Risco Group, azienda che opera nel mercato globale della sicurezza progettando, producendo e commercializzando soluzioni di sicurezza integrate, chiedendo agli installatori qual è la loro predisposizione all’innovazione, la loro preparazione sul tema e la loro percezione sugli orientamenti degli utenti.

Dall’indagine compiuta risulta che gli installatori sono decisamente orientati a cavalcare la rivoluzione digitale domestica: il 26,5 per cento degli intervistati ha già realizzato installazioni smart home, quasi il 60 per cento le sta pianificando nel prossimo futuro, il 41 per cento prevede invece di acquistare un sistema per provarlo in prima persona e sperimentarne i benefici prima di proporlo.

La maggioranza degli intervistati ha compreso che la smart home è una grande opportunità di crescita: per il 59,7 per cento proporre soluzioni smart home comporterà espandere il portafoglio di nuovi clienti (specie i giovani che hanno scelto abitazioni di nuova costruzione), per il 43,3 per cento c’è la possibilità di aumentare il valore medio dell’installazione, per il 46,5 per cento significa guadagnare un vantaggio competitivo rispetto ad altre aziende della propria zona.

Approfondendo l’indagine verso il consumatore e comparando i dati, sono inoltre emerse interessanti analogie e differenze sul percepito di installatori e clienti. Primo driver per le installazioni smart home è la sicurezza64,8 per cento per gli installatori, 79 per cento per gli utenti finali. Anche il comfort e la riduzione di costi e consumi hanno la loro importanza. Ed è in questo caso che diverge, e molto, la realtà e la percezione. Infatti, il 42 per cento dei consumatori guarda alla possibilità di rendere smart la propria casa come strumento per ridurre i consumi, il 41,5 per cento per migliorare il comfort domestico. Gli installatori, invece, sottostimano questi desideri: secondo loro il 25 per cento dei consumatori desidera il comfort in casa e solo il 7 per cento vuole ridurre i costi. È il caso di darsi da fare per colmare il gap.

Lo dicono i dati, quindi: il mercato della smart home è in forte crescita, tuttavia, sempre secondo l’indagine di Risco Group, risulta esistere ancora una fetta di “conservatori” tra gli installatori: il 14,6 per cento degli intervistati manifesta resistenza al cambiamento. Tra di loro il 42,9 per cento ritiene che queste soluzioni siano troppo costose, il 19 per cento confessa di non avere un’adeguata conoscenza o formazione e il 14,3 per cento dichiara di non installare sistemi basati su cloud, fondamentale invece per l’implementazione di smart home. Lacune che spingono l’utente ad avvicinarsi sempre di più a soluzioni “fai da te” inficiando qualità e professionalità della soluzione.