Tetti puliti e impianto multiservizio
Si è tornato a parlare di Tetti Puliti a Roma. Lo ha fatto con un bel servizio il TG Regione Lazio della Rai, venerdì 19 gennaio in considerazione del fatto che la delibera del Comune di Roma del 2105 è scaduta a fine dicembre 2017. Una misura che sin qui non ha minimamente scalfito l’immane quantità di antenne che orlano i tetti dei palazzi della capitale: sono 1,3 milioni il 30% delle quali sono inutilizzate e stanno là ad arrugginire. A questo milione e trecentomila si aggiungono poi 400 mila antenne satellitari e i cavi che scendono e risalgono da tutte le parti per uno spettacolo eloquente ed impietoso che non ha proprio nulla a che fare con la grande bellezza.
Attraverso il servizio le categorie professionali fanno intendere che sarebbe opportuno il caso di prorogare la delibera, anche per motivi di sicurezza. Va comunque detto che lo stesso servizio parla di una delibera per favorire la centralizzazione degli impianti di ricezione della TV terrestre e satellitare. In realtà il dettato della delibera indica sia la centralizzazione dell’impianto di ricezione e distribuzione dei segnali televisivi, terrestri e satellitari, sia dell’impianto per la banda ultra larga, ovvero l’impianto multiservizio.
Adesso, nella considerazione che per la città di Roma esiste il progetto di Open Fiber insieme alla multiutility Acea di cablare 1,2 milioni di abitazioni in fibra ottica, l’opportunità di installare impianti multiserivizio, nel caso la delibera venga appunto rinnovata, appare evidente con una differenza non da poco, fa notare un osservatore: nel caso di impianto centralizzato per la TV i proprietari delle abitazioni sono tenuti a pagare, mentre nel caso di impianto multiservizio si ottiene il beneficio dell’equo compenso.
In pratica, con l’impianto multiservizio la centralizzazione costerebbe molto meno risolvendo anche il problema del verticale negli edifici per la banda ultra larga oltre a restituire alla “città eterna” i tetti puliti e il decoro che le spetta.