Edison punta sul BIM per l’efficienza energetica
«Le città consumano e inquinano tanto, ma grazie alla tecnologia le possiamo trasformare in città intelligenti, immaginando edifici sostenibili e rispettosi dell’ambiente». È quanto ha detto Paolo Quaini, responsabile Sevizi Energetici di Edison (nella foto), in occasione di #All4thegreen, il programma di eventi organizzato all’interno del G7 Ambiente tenutosi a Bologna nel giugno scorso. Quale tecnologia? «Il BIM – Building Information Modeling – metodo per ottimizzare la pianificazione, la realizzazione e la gestione delle costruzioni con l’aiuto di un software, integrando cioè processi architettonici e di manutenzione e sostenibilità. È il metodo alla base dei progetti mondiali di smart city, le città della tecnologia applicata alle esigenze di chi ci vive», aveva scritto inGENIO, testata di riferimento per i professionisti tecnici come ingegneri ed architetti.
Ha ripreso la notizia adesso anche il quotidiano La Repubblica, intitolando l’articolo La tecnologia BIM è il futuro e spiegando che «gli smart building si stanno facendo sempre più strada nel mercato italiano dell’Internet of Things. Non rappresentano ancora una componente dominante, ma probabilmente è solo una questione di tempo». Edison, storica società tra i principali operatori di energia in Italia ed Europa con attività di approvvigionamento, produzione e vendita di energia elettrica, vuole perciò giocare d’anticipo.
I motivi della strategia di Edison risiedono nella progressiva diffusione di tecnologie per la progettazione e l’efficientamento degli edifici secondo i principi della gestione sostenibile delle risorse energetiche, ambientali ed economiche. «La componente smart building è una delle componenti che fa da traino allo sviluppo digitale italiano e che ha registrato il tasso di crescita maggiore tra il 2015 e il 2016 (+45% a quota 510 milioni di euro, il 18% del mercato IoT, le stime sono di Osservatori Digital Innovation)», scrive La Repubblica.
Quel che si propone Edison, racconta ancora l’articolo de La Repubblica, è andare oltre la tradizione verticale ancora maggioritaria, quella per cui il lavoro procede secondo le varie specializzazioni: «chi si occupa del palazzo, chi dell’impianto, chi della gestione delle informazioni legate all’utilizzo dell’energia e all’utilizzo in generale degli spazi». Per Quaini si tratta di «una concezione cieca e poco improntata all’ottimizzazione». E quindi Edison «sta facendo leva su tre pilastri: l’impiego del BIM come metodo e come modellizzazione dell’edificio a priori, l’utilizzo del Building Energy Management System (BEMS) per gestire in modo automatizzato l’energia ottimizzando i consumi, l’offerta delle migliori soluzioni di Internet of Things per incrementare comfort e utilizzo degli spazi».
Citato da inGENIO Paolo Quaini ha detto inoltre: «Il patrimonio edilizio italiano ha un’anzianità media molto elevata, tra i 40 e i 45 anni, con consumi superiori a quelli che permettono oggi le nuove tecnologie. Esiste quindi un potenziale di efficientamento incredibile. Sulla base dell’esperienza e grazie al fatto di essere parte di un grande gruppo internazionale come EDF, abbiamo notato una mancanza sostanziale di programmazione in ambito urbano. Il nostro scopo è progettare la città in modo che gli edifici trovino il loro posto nel contesto che è stato pensato secondo finalità collettive».
Per comprendere l’importanza che sta assumendo la progettazione BIM guardate l’intervista fatta a Giovanni Cardinale, vicepresidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, in occasione di Smart Building Expo a Milano nel novembre scorso.