Vantaggi, opportunità e cultura del BIM

11 Ottobre 2017 Smart Building Italia


BIMBIM è l’acronimo di Building Information Modeling. BIM è la sigla di un mondo sottoposto al cambiamento dalla galoppante digitalizzazione: nella fattispecie, il mondo delle costruzioni. «Con il BIM cambia il modo di progettare, di relazionarsi tra committenti e imprese, di porsi sul mercato come progettisti, costruttori, fornitori», precisa Andrea Dari, direttore responsabile di Ingenio (nella foto), testata di riferimento per il professionista progettista, e animatore del programma di workshop dedicati al BIM che occupa i tre pomeriggi di Smart Building Expo (per vedere il programma della “tre giorni”, cliccate qui).

«Nei tre giorni a Smart Building Expo vogliamo trasmettere in che modo sta avvenendo il cambiamento attraverso il BIM – continua Dari – Non si tratta, infatti, solo di software che consentono una modellazione preliminare e molto accurata che permette di capire la resa e le performance dell’edificio prima che avvenga la sua costruzione e quindi poter scegliere forma, materiali, tecnologie più adatte, con l’avvento del BIM cambia radicalmente il modo di progettare: se prima il progetto procedeva per step, passando dall’architetto allo strutturista per i calcoli di stabilità con le eventuali modifiche e poi a chi si occupava degli impianti termoidraulico ed elettrico, con il BIM, invece, si può lavorare tutti su una piattaforma condivisa, il progetto va avanti in maniera più compatta».

Con quali vantaggi?
«Che tutti portano il loro contributo e intervengono con calcoli, suggerimenti, soluzioni fin dall’inizio del progetto. Si è cioè in grado di fare delle scelte più complesse in relazione alle tecnologie disponibili, cose che magari non si sarebbero mai prese in considerazione. Certo, è richiesta una cultura progettuale molto più ampia».

Il BIM riguarda, insomma, le modalità di progettazione.
«Non solo. La progettazione BIM occupa il primo dei tre workshop. Nel secondo workshop ci occuperemo di sistema “sensitivo” che permette di gestire in maniera intelligente l’edificio attraverso sensori sia nelle funzioni quotidiane come l’illuminazione, il riscaldamento, la sicurezza) e sia nella straordinarietà come la segnalazione di guasti, incidenti, eventuali pericoli grazie ai dati contenuti nel progetto e alle informazioni che i sensori forniscono. È il cosiddetto BMS (Building Management System). In un contesto di questo tipo, dove si progetta e si gestisce l’immobile con strumenti digitali, c’è il problema della sicurezza dei dati, che sorge appunto dalla digitalizzazione. La security è l’argomento del terzo workshop».

A prima vista il concetto di smart building pare più affine al BMS.
«No, e faccio un esempio: mentre prima dell’arrivo del BIM il progettista prevedeva la presenza di una determinata finestra e basta, ora in fase di progetto non solo disegna quella finestra, ma può inserire l’oggetto con tutte le sue caratteristiche. Cosa significa questo? Che i produttori di materiali, serramenti, impianti, eccetera si stanno attivando per creare oggetti BIM in modo che il progettista possa inserire dei pacchetti predisposti. Ecco qual è la vera opportunità per le aziende che operano nella building automation: realizzare pacchetti da offrire ai progettisti».

Quanto contano le dimensioni del progetto?
«Il BIM si adatta a costruzioni di ogni dimensione. Progettare BIM significa risparmiare tempo in fase di costruzione e limitare gli errori, indipendentemente dalle dimensioni della commessa».

Parliamo di costi?
«Più che di costi adesso mi concentrerei sul cambiamento della modalità di progettazione, un vero salto culturale. Da un progetto disegnato, anche in 3D con un software, che dev’essere allegato ad altri documenti contenenti le indicazioni utili, con il BIM progetto e informazioni stanno insieme, indicando specifiche caratteristiche e includendo anche i manuali di costruzione, di gestione e di manutenzione. Vuol dire che, a costruzione avvenuta, il progetto BIM offre l’opportunità di conoscere in che modo fare la corretta gestione dell’edificio. Operando in un mercato in cui è presente un gran numero di pacchetti già predisposti, cambia la mentalità di progettazione: più si va nel dettaglio più ci si assumono responsabilità. Con ciò è richiesta una maggiore professionalità e preparazione».