Infrastrutture a banda ultra larga: la parola al Consiglio dei Periti
Prosegue il dibattito acceso dall’intervento di Giuseppe Pugliese sul tema delle infrastrutture a banda ultra larga negli edifici. Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera dell’Ing. Stefano Colantoni, Consigliere del Collegio Nazionale dei Periti Industriali.
Egregio Direttore,
Volentieri intervengo in merito alle opportunità di lavoro e di sviluppo sulla realizzazione delle infrastrutture di rete all’interno delle proprietà private ed in particolare all’interno degli edifici.
I Periti Industriali, impegnati da tempo su queste attività, assicurano ai cittadini ed alla comunità la completa rispondenza dei loro progetti e della loro opera anche con la certificazione secondo la regola dell’arte della propria attività, in ossequio alle norme vigenti del settore. Oggi, grazie agli interventi della Comunità europea, la realizzazione delle infrastrutture nel nostro Paese, è favorita ed adeguatamente supportata dalla normativa e anche per lo sviluppo economico che essa può generare. Da tempo siamo impegnati, insieme con gli altri Ordini Professionali Tecnici, nel ribadire che le infrastrutture di rete presenti nelle proprietà private devono poter essere progettate ed eseguite anche da noi, su commessa dei proprietari immobiliari.
Parliamo principalmente dell’impianto multiservizio all’interno degli edifici che gestisce la connettività a banda ultra larga, che dovrà raggiungere tutte le famiglie italiane, ma che potrà in seguito gestire anche tutti i servizi universali del condominio, dalla distribuzione dei segnali televisivi alla citofonia, al controllo degli impianti e la domotica di edificio e di appartamento e non ultima la telemedicina.
Questo principio, oltre ad essere di buon senso, è oggi adottato in tutto il mondo occidentale; funziona perché prevede un compenso equo e non discriminatorio che remunera queste attività e la sua gestione; compenso deciso dalle Autorità di regolazione (AGCOM) dopo la verifica puntuale e sistematica delle attività da svolgere per ogni tipologia di infrastruttura. Nel nostro Paese il principio è tutelato, le norme sono emanate ed in vigore, ma semplicemente a tutt’oggi non viene applicato. Questa disapplicazione provoca inefficienze e ritardi nell’intero sistema e per lo sviluppo economico del Paese. Le inefficienze sono state da Lei direttore già messe pienamente in evidenza e i ritardi sono sotto gli occhi di tutti.
Con i colleghi della Rete delle Professioni Tecniche abbiamo sollevato il problema della gestione del Sistema Informativo Nazionale Federato delle Infrastrutture (SINFI), il cosiddetto “Catasto delle Infrastrutture”. In Europa, dal 2002, è operativo il Comitato permanente del catasto nell’Unione europea, con l’obiettivo di sviluppare strategie e proporre iniziative comuni per un maggior coordinamento tra i diversi sistemi catastali. Nel campo delle reti di tlc, soltanto nel 2016, in Italia, è stato pubblicato il decreto che istituisce il Catasto delle Infrastrutture (SINFI) al quale, ad oggi, possono accedere soltanto le pubbliche amministrazioni locali ed i gestori delle infrastrutture della rete di telecomunicazioni.
Oggi nel nostro Paese nessun professionista iscritto agli Ordini Professionali, il soggetto cioè abilitato a progettare e realizzare le dette infrastrutture, può accedere agli archivi e tanto meno “depositare” i propri progetti e le opere di cui si è occupato; come viceversa fanno normalmente i geometri, architetti, ingeneri e periti industriali che eseguono progetti per la realizzazione di nuovi edifici, ristrutturazioni edilizie e quant’altro e che provvedono in autonomia alla registrazione nel catasto Edilizio Urbano. Il valore di un edificio oggi si misura anche con il livello infrastrutturale degli impianti realizzati al suo interno; questo valore tutela il risparmio degli italiani; valore tutelato anche dai pubblici registri dove tale valore viene tutti i giorni aggiornato da chi vi opera.
Professionisti tecnici e legali, notai, pubblici ufficiali tengono sistematicamente aggiornato l’archivio pubblico del catasto e della conservatoria dei registri immobiliari. Ci si domanda perché non si attiva questo meccanismo anche per le infrastrutture presenti all’interno degli edifici? Chiediamo di attivare questo meccanismo e permettere l’accesso diretto al sistema SINFI anche per i Professionisti Progettisti di impianti, e questo per poter lavorare bene, tenuto anche conto che la remunerazione professionale è già compresa e prevista dai principi della normativa.
I Professionisti sono parte attiva dei “costruttori dell’Italia” evocati dal nostro Presidente della Repubblica nel messaggio di fine anno 2020. Vorremmo supportare con efficacia ed efficienza il grande sforzo di rinnovamento che ci apprestiamo ad iniziare in questo momento.
Rinnovo anch’io gli auguri di un buon 2021 a Lei ed ai suoi collaboratori.
Siamo tutti convinti che sarà un anno comunque importante.
Dott. Per. Ind. Stefano Colantoni
Consigliere
Consiglio Nazionale dei Periti Industriali