Quando la Smart Home aiuta a superare le barriere architettoniche
Secondo le nuove regole che vanno a delineare il bonus barriere architettoniche 2024, gli interventi ammessi sono quelli relativi all’eliminazione degli ostacoli verticali, e cioè scale, rampe, l’installazione o sostituzione di ascensori, servoscala, piattaforme elevatrici e relativi dispositivi di controllo e domotica
Non si parla quindi di sostituzioni di infissi, interventi su bagni e automazioni come da precedente agevolazione.
Lo sconto in fattura resta esclusivamente solo per i condomini, e inerente a parti comuni a destinazione d’uso abitativa.
Il bonus “barriere architettoniche” è attuabile solo se per interventi su su edifici preesistenti e, inoltre, secondo l’articolo 3 del DL vi è l’obbligo di “asseverazione da parte di tecnici abilitati sul rispetto dei requisiti di accessibilità previsti dal regolamento n. 236/1989 del Ministero dei lavori pubblici”.
Le norme puntano pertanto alla qualità degli interventi e alla loro efficacia in termini di supporto all’abbattimento delle barriere architettoniche.
In questo caso la detrazione è del 75%, su spese sostenute da cittadini, imprese, enti pubblici e privati ed è estesa a tutto il 2025.
Si tratta di norme volte ad agevolare la praticabilità e l’accessibilità delle unità abitative, nonchè a rendere la casa il “primo luogo di cura e telemedicina”, traguardo presente nella Missione 6 del PNRR, con l’obiettivo di “creare una Piattaforma Nazionale per i servizi di Telemedicina” e quindi finanziare progetti capaci di consentire interazioni medico-paziente a distanza.
Lo Smart Building e la Smart Home diventano quindi anche il primo luogo di cura, laddove vi è una prima grande integrazione tra servizi medico-sanitari e unità abitative che viene resa effettivamente possibile solo dalla presenza di una infrastruttura di rete Internet ad alta velocità e capillare, per consentire diagnosi remote e interventi sanitari in real time.