Consigli di lettura sotto l’ombrellone/1
Auspicando che siate tutti sotto l’ombrellone vista mare o in riva ad un bel lago alpino, credo opportuno non tediarvi con dati e riflessioni sul nostro settore, come faccio abitualmente con questo appuntamento settimanale, ma di utilizzare questo spazio per questo paio di settimane di calma piatta, per suggerirvi qualche lettura interessante che può aiutarci a non spegnere completamente il cervello e a mantenerlo in allenamento.
La proposta di lettura di questa settimana è un agile libretto che vede autori Giuliano Dall’O, noto docente del Politecnico di Milano attivo nel campo della ricerca nei settori dell’efficienza energetica, e Annalisa Galante, anche lei docente al Politecnico milanese ed esperta di green marketing.
Il libretto si intitola “Abitare sostenibile” (editore il Mulino 2023) e ha l’indubbio merito di riassumere in meno di 200 pagine tutta la vicenda che ha condotto alla direttiva europea sulla Casa green e di farci riflettere non tanto sull’edificio, quanto sul concetto di “abitare”, che è cosa diversa.
Se si passa dall’oggetto “casa” al concetto di “abitare”, infatti, ci si sposta da un approccio squisitamente culturale ad uno anche etico, che implica il nostro essere nel mondo, ma soprattutto da al concetto, un po’ vago, di “sviluppo sostenibile” una iniezione massiccia di concretezza.
La stessa “smartness” che oggi ci poniamo l’obiettivo anche di misurare attraverso indicatori come lo “Smart readiness indicator”, non può limitarsi all’edificio, ma deve allargarsi al concetto di abitare sostenibile, instaurando un rapporto nuovo tra l’utente, il costruito e l’ambiente circostante, dal momento che, come scrivono Dall’O e Galante, non esiste un pianeta B.
Un approccio di questo tipo, quindi, non può essere solo tecnologico, ma ha implicazioni economiche e sociali rilevanti che bisogna avere ben presenti, perché riguardano “un cambiamento strutturale del nostro modo di vivere”.
Il nuovo paradigma della “green economy” – sottolineano Dall’O e Galante -, che pur sta conquistando prepotentemente spazio in tutti gli ambiti dell’agire umano, compreso, ovviamente, quello delle costruzioni, non è sempre una strada in discesa e, per esempio, deve ancora risolvere alcune contraddizioni interne, determinate il più delle volte da interessi, come ad esempio il ruolo guida che di volta in volta si vorrebbe riconoscere all’approccio “ecocentrico” (ovvero che privilegia la qualità green di materiali e tecnologie utilizzati nel costruire) o a quello “tecnocentrico” (che viceversa riconosce all’innovazione tecnologica il primato nella determinazione dei nuovi modelli di abitare). Come argomentano con dovizia di dati gli autori, si tratta il più delle volte di malintesi più o meno voluti. Dal momento che entrambi gli approcci risultano necessari e tra loro assolutamente complementari per raggiungere il risultato finale della sostenibilità ambientale.
Il volume redatto da Dall’O e da Galante ripercorre inoltre, molto utilmente, le principali tappe di una storia che affonda le proprie radici nel “Rapporto Meadows” sui limiti dello sviluppo del 1972, commissionato dal Club di Roma al MIT, ripercorrendo oltre mezzo secolo di dibattiti e di provvedimenti che ci portano ad oggi.
Buona lettura