Fibra o rame? Per gli italiani pari son…

20 Aprile 2023 Luca Baldin


Qualche volta basta un numero per spiegare molte cose e rendere inutili tante parole.

Il numero che ci interessa oggi è quello reso noto da una rilevazione svolta da Toluna per Virgin Fibra, una società di telecomunicazioni italiana del Gruppo Virgin, fondata nel 2020 e che ha come mission l’offerta di servizi di telefonia fissa in fibra ottica FTTH.

Dall’indagine il dato che salta immediatamente agli occhi è un rotondo 70% di italiani che non ha alcuna idea del tipo di connessione internet che dispone in casa o in ufficio.

La confusione tra criptiche sigle come FTTH, FTTC, fibra end to end, fibra mista e fibra pura, regna quindi sovrana sotto il cielo del Bel Paese e la gente non ci capisce nulla, lasciando agli addetti ai lavori disquisizioni che ai comuni mortali appaiono poco più che accademiche ma che invece incidono sulla qualità della loro vita, a loro insaputa.

Ma non è solo questione di confusione, il dato più grave, infatti, è che il più delle volte gli utenti intervistati sono risultati convinti del falso: ovvero di pagare e di disporre di connessioni in fibra che invece tali non sono. E la differenza è sostanziale, dal momento che solo la connessione in fibra pura chiude realmente il cerchio della rete BUL (Banda Ultra Larga), garantendo quella velocità di trasferimento dati in upload e download (circa cinque volte più veloce di quella mista) e quella stabilità che sempre il 72% degli intervistati ritiene paradossalmente fondamentali. Mettendo tuto assieme, non stupisce quindi affatto che il 74% degli intervistati si dichiari insoddisfatto della qualità del servizio offerto dal proprio provider.

Sono numeri pesanti, che dovrebbero far riflettere anche su come finora si è permesso agli operatori di fare comunicazione, puntando sulle ambiguità e sui malintesi, malgrado sull’argomento sia intervenuta anche l’autorità garante, ma ci sembra di poter dire, con ben poco successo.

Ad oggi le linee realmente FTTH, ovvero in pura fibra, in Italia sono soltanto 3.3 milioni, a fronte di un totale di 17.2 milioni di utenze e ben poco si sa di quanto avviene dentro agli edifici, con il sospetto che anche ciò che si spaccia per FTTH in realtà in molti casi non lo sia.

Eppure, come si diceva pocanzi, l’insoddisfazione degli utenti è palese e massiccia e la mancata adozione delle nuove soluzioni (altro enorme problema) non sembra essere nemmeno legata ad una questione di prezzo, dal momento che la maggior parte degli intervistati dichiara che sarebbe disposta a spendere anche di più, pur di avere un servizio migliore che gli operatori però non riescono a garantire penalizzando l’intero Paese.

Rischio di ripetermi, ma continuo a pormi una domanda alla quale, spero, qualcuno voglia un giorno darmi una risposta soddisfacente: perché non accelerare il processo di realizzazione della BUL favorendo lo sviluppo delle infrastrutture degli edifici con impianti multifibra proprietari, semplificando enormemente il lavoro degli operatori e consentendo finalmente agli italiani di disporre di autentiche reti FTTH?

 

 

 

 

Luca Baldin

Project Manager di Pentastudio e della piattaforma di informazione e marketing Smart Building Italia. È event manager della Fiera Smart Building Expo di Milano e Smart Building Levante di Bari. Dirige la rivista Smart Building Italia.