Il Decreto sulle Comunità Energetiche arriva in Europa

10 Marzo 2023 Luca Baldin


La notizia della settimana del settore delle energie rinnovabili è senza alcun dubbio la firma da parte del Ministro Pichetto Fratin del Decreto Legge che fissa le tariffe incentivanti e i contributi a fondo perduto per quanto riguarda le energie rinnovabili autoprodotte dalle Comunità Energetiche e il suo inoltro alla Comunità Europea per il nulla osta finale

Si tratta di un passaggio epocale che segna un cambiamento radicale di approccio al tema energetico, passando dall’architettura attuale, fatta di grandi centrali e di reti di distribuzione imponenti, a una delocalizzazione massiccia che trasformerà la produzione e il consumo sulla base del principio di prossimità e di sostenibilità.

Prosumer, una delle figure centrali della transizione energetica

Non a caso in questi giorni anche il nostro Glossario di Smart Building e Smart City si arricchisce del termine “Prosumer”, ovvero l’unione di “consumer” e “producer” energetico che definisce il vero protagonista di questa rivoluzione in atto.

Perché di rivoluzione si tratta, per molti versi simile a quella che ha travolto negli anni Ottanta del secolo scorso l’informatica nel momento in cui si sono sviluppati i personal computer e internet, passando dal concetto di “mainframe”, ovvero i grandi computer centralizzati con enormi capacità di calcolo, alla rete di piccoli e piccolissimi computer in grado però di dialogare tra loro, per arrivare infine allo smartphone, che altro non è oggi che un potente computer da tasca (null’altro che il concetto di “edge computing”).

I fattori scatenanti dell’accelerazione alla transizione energetica e lo sviluppo delle Comunità Energetiche
Rinnovabili

Nel campo dell’energia stiamo assistendo ad una violenta accelerazione, determinata dal combinato disposto di numerosi fattori, alcuni noti da decenni e altri divenuti di grande attualità in un lasso di tempo estremamente compresso e vicino a noi. Quello che era noto era il mutamento climatico in atto determinato da cause antropiche, in primis l’emissione di gas serra determinato dalla combustione di carburanti fossili e accumulatisi in atmosfera negli ultimi duecento anni (ovvero dalla prima rivoluzione industriale, basata sul vapore creato col carbone). Quelli di più recente acquisizione sono legati a questi anni pazzi che stiamo vivendo e che stanno modificando radicalmente il nostro modo di vivere e di guardare alle cose, partendo dalla pandemia per arrivare alla crisi energetica introdotta dalla guerra russo ucraina.

Tutto ciò non ha modificato le politiche tese alla decarbonizzazione, già fissate da tempo dall’Unione Europea col celebre pacchetto “Fit for 55”, ma le ha certamente accelerate e, cosa più rilevante, le ha fatte diventare note e popolari nell’opinione pubblica, che non è un fattore secondario.

Il provvedimento presentato all’UE dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica segna, quindi, un passaggio fondamentale, in grado di accelerare ulteriormente il processo in atto. Spingendo alla nascita e allo sviluppo delle Comunità Energetiche Rinnovabili, il DM può costituire un’autentica occasione di sviluppo per il Paese in termini virtuosi e una grandissima opportunità economica per l’intero comparto tecnologico.

Il ruolo delle Comunità Energetiche Rinnovabili

Il concetto di Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), infatti, si traduce in soldoni in gruppi di persone, imprese, condomini, cooperative, enti locali, associazioni, enti religiosi che si uniscono per autoprodurre e autoconsumare energia elettrica da fonti rinnovabili, ovvero utilizzando il fotovoltaico, l’eolico, l’idroelettrico e le biomasse. Il provvedimento del Ministero non fa altro che istituire un regime di aiuto per favorire il loro rapido sviluppo nel Paese entro il 2024, con l’obiettivo di perseguire gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030. Obiettivo dichiarato: produrre almeno 300 MW su base nazionale, con impianti la cui potenza nominale non dovrà essere superiore a 1 MW.

Energia prodotta in prossimità di chi la consuma (ovvero nel raggio della cabina primaria, che mediamente serve circa 30.000 abitanti), quindi, e non è certo un passaggio di poco conto che, necessariamente, dovrà cambiare le abitudini di consumo degli italiani, i loro comportamenti, misurati attraverso le nuove tecnologie e perciò chiamati a contribuire in modo diretto al processo di decarbonizzazione.

Ma anche un provvedimento teso a modificare l’approccio alla gestione del territorio, con la possibile riqualificazione a fini energetici di edifici dismessi e di aree degradate a vantaggio di zone di pregio da tutelare e valorizzare, cosa che ci fa pensare con un briciolo di ottimismo che, forse, non si sia utilizzato il termine “Comunità” a caso.

 

Luca Baldin

Project Manager di Pentastudio e della piattaforma di informazione e marketing Smart Building Italia. È event manager della Fiera Smart Building Expo di Milano e Smart Building Levante di Bari. Dirige la rivista Smart Building Italia.