L’anno che verrà
“L’anno che verrà” è il titolo di una memorabile canzone di Lucio Dalla del 1979 che, con poche pennellate poetiche, fotografava una fase davvero difficile per la nostra Repubblica, concludendo con un messaggio di speranza
Il verso chiave era:
Da quando sei partito c’è una grande novità
L’anno vecchio è finito, ormai
Ma qualcosa ancora qui non va…”
Sono versi che potremmo prendere e adottare anche per descrivere questo 2023 che si chiude e un 2024 che si apre tra speranze e incertezze. È indubbio che il mondo dopo la pandemia non abbia più ritrovato un equilibrio e che una fittizia pax commerciale, basata sui principi fallaci della globalizzazione e su un’idea risibile di “fine della storia”, ha lasciato il posto ad una esplicita competizione tra blocchi di influenza che, come quasi sempre è successo dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, è esplosa in feroci conflitti regionali che tutti speriamo rimangano tali.
Tutto ciò dà al sistema una marcata instabilità che, naturalmente, non fa bene all’economia e questo è senza dubbio quello che “ancora qui non va” e con cui avremo ancora a che fare nel 2024.
Restringendo il campo al nostro Paese e al nostro settore, la situazione presenta dati contrastanti che influenzeranno molto il mercato della home and building automation.
Ma partiamo da qui, ovvero che cos’è oggi il mercato della home and building automation. Nel 2024 sarà ancora legittimo descrivere questo comparto come si faceva con la vecchia “domotica”? Non credo, oggi quest’ambito è divenuto talmente strategico e strettamente integrato da dover necessariamente adottare un approccio olistico: oggi “home and building automation” è semplicemente tutto ciò che sotto il profilo tecnologico caratterizza un edificio moderno e green, con un’attenzione particolare a tutto ciò che si traduce in efficienza energetica e in nuovi servizi. E sullo sfondo fa capolino la lotta contro il cambiamento climatico, quindi non proprio una cosa di poco conto.
Parliamo quindi di un settore di rilevanza fondamentale per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità delineati dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e dalle Direttive dell’Unione Europea, che come tale deve essere considerato.
In quest’ottica, guardando all’Italia, l’anno che verrà si presenta quindi tra luci ed ombre. Abbiamo già segnalato in questa rubrica che le proiezioni del Cresme sul costruito sono contraddittorie, con un “nuovo edificato” ancora in crescita (ma le cui percentuali sul totale del parco edilizio rimangono da prefisso telefonico), investimenti pubblici ai massimi livelli grazie ai fondi del PNRR, ma un mercato del ristrutturato ingessato dalle incertezze sui bonus fiscali che rischia una forte recessione. Un dato quest’ultimo molto problematico e allarmante se messo in relazione con la Direttiva Europea sulle Case Green, che ci dice invece che dovremo mettere mano rapidamente (entro il 2030, ovvero domani) ad alcuni milioni di edifici con prestazioni energetiche disastrose.
È indubbio che questo dovrà essere il grande tema del Governo il prossimo anno, ovvero come stimolare le operazioni di revamping del patrimonio edilizio esistente senza con ciò scassare i conti dello Stato e, auspicabilmente, spingendo su interventi effettivamente utili e in grado di produrre i risultati attesi.
L’anno che verrà, quindi, per il nostro comparto potrebbe essere l’anno di un pieno riconoscimento del ruolo guida che possono esprimere le tecnologie legate al concetto di digital energy, termini di efficacia ed efficienza degli interventi, a condizione che il Governo sappia produrre un quadro stabile e convincente di incentivi.
D’altro canto, probabilmente, il mercato a cui dovremo tornare a guardare sarà meno vasto di quanto si potesse presumere prima del Covid e corrisponderà sempre più ai confini continentali che, tuttavia, è bene ricordarlo, rappresenta ancora il più grande mercato integrato del pianeta e l’area geografica in cui si stanno facendo gli sforzi più concreti per assicurare un futuro alle prossime generazioni, cosa di cui sarebbe logico andare orgogliosi.
Tanti auguri a tutti