Lauree professionalizzanti direttamente abilitanti alla professione di Perito Industriale
Questa settimana nello spazio dedicato al mio Editoriale ospito un pezzo della collega Benedetta Pacelli,
responsabile dell’ufficio stampa del Consiglio Nazionale dei Periti Industriali, su un tema rilevante e con un impatto
potenzialmente molto significativo sul settore della home and building automation:
le nuove lauree professionalizzanti che abilitano direttamente alla professione di Perito Industriale
e, quindi, alla progettazione di impianti complessi
Giovanni Esposito Presidente Cnpi: “Siamo i primi ad accompagnare i giovani laureati nelle sfide del PNRR e della competitività del mercato europeo”
Di Benedetta Pacelli
Arrivano le lauree professionalizzanti direttamente abilitanti alla professione tecniche di perito industriale, perito agrario, geometra e agrotecnico. Lo scorso 24 maggio, infatti, sono stati approvati i primi decreti interministeriali n. 682-687 (Università e Giustizia) attuativi della legge Manfredi (n. 163/2021) che rendono direttamente abilitanti i corsi delle classi di laurea professionalizzanti, delle classi LP01 per le professioni tecniche per l’edilizia e il territorio, LP02 per le professioni tecniche, agrarie, alimentari e forestali e LP03 per le professioni tecniche industriali dell’informazione.
La riforma inserita nel Piano nazionale di ripresa e resilienza contribuisce a raggiungere gli obiettivi di competitività del Paese mediante l’ingresso nel mercato europeo dei giovani laureati che saranno direttamente abilitati a svolgere determinate professioni tecniche. Con questo tipo di lauree si intendono formare i futuri professionisti tecnici indispensabili ad attuare i tanti progetti in corso del PNRR e, in prospettiva, a realizzare quella trasformazione digitale tanto invocata.
Secondo la norma quindi l’Ordine professionale è chiamato con gli atenei italiani ad attuare i tirocini pratico valutativi che gli studenti devono svolgere durante il corso di laurea triennale per acquisire le conoscenze esperienziali e le competenze necessarie affinché possano svolgere da subito e in modo autonomo la libera professione.
Ma la partita della riforma per le professioni tecniche non finisce qui. È la stessa legge Manfredi a prevedere che, sentiti gli ordini, possano essere resi abilitanti anche gli altri corsi di laurea triennali.
Il Consiglio dei Periti Industriali ha quindi sollecitato il Ministro dell’Università affinché anche le tradizionali 14 classi di laurea triennale (ex art. 55 DPR 328/2001) siano rese direttamente abilitanti all’esercizio della professione nelle nuove otto sezioni dell’albo. In tal modo, i Periti Industriali Laureati si candidano a ricoprire il ruolo di professione tecnica trasversale per i laureati triennali, che si affianca a quella degli ingeneri che si abiliteranno solo con le loro lauree magistrali, chiudendo l’accesso alla sezione B dei triennali.
Si avvia così a definizione la complessiva revisione del sistema italiano delle professioni tecniche che si polarizza su due livelli di formazione universitaria triennale e magistrale, entrambi direttamente abilitanti previo svolgimento del tirocinio pratico valutativo in convenzione con i corrispondenti ordini.
I contenuti dei decreti
Sei nel complesso i decreti, due per ognuna delle tre classi, uno per disciplinare le nuove procedure abilitanti future, e un altro per raccordare le nuove norme con il periodo transitorio. Quel che è certo è che d’ora in poi è sancito un principio ormai irreversibile: “l’esame finale per il conseguimento della laurea professionalizzante” in una delle tre classi, abilita all’esercizio di una determinata professione, che sia quella di perito industriale laureato, geometra laureato, perito agrario laureato o agrotecnico laureato.
Rendere abilitanti le lauree professionalizzanti significa che la formazione maturata durante il corso di studi universitari, anche grazie all’anno di tirocinio, diventerà più corrispondente alle conoscenze e alle abilità che dovrà possedere il professionista.
Non è un caso che all’anno di tirocinio i decreti riservino ampio spazio. L’esame finale, infatti, comprenderà lo svolgimento di una prova pratica valutativa (che precede la discussione della prova finale) delle competenze professionali acquisite attraverso il tirocinio interno ai corsi di studio e volta ad accertare l’idoneità del candidato all’esercizio della professione. Saranno invece almeno 48 i crediti formativi universitari (a ogni CFU riservato al tirocinio corrispondono 25 ore di impegno complessivo per studente) saranno rilasciati per tali attività, che dovranno essere svolte per non più di 40 ore a settimana. Naturalmente le attività di tirocinio sono finalizzate, si legge nel DM, “all’acquisizione di conoscenze, competenze e abilità professionalizzanti coerenti con gli obiettivi formativi qualificanti della classe di laurea”.
Ma non solo, perché si prevede anche che il laureato abilitato ad un settore di specializzazione possa acquisire l’abilitazione ad uno ulteriore iscrivendosi ad un corso al quale risultano correlate le specializzazioni, chiedendo il riconoscimento dei CFU già acquisiti.
L’esame finale per il conseguimento della laurea professionalizzante comprende lo svolgimento di una prova pratico valutativa che precede la discussione della prova finale. Sarà poi una commissione paritetica – composta da docenti universitari e da professionisti designati dall’ordine – a giudicare la prova, la cui idoneità non concorre a determinare il voto di laurea.
I decreti disciplinano anche le modalità per svolgere l’esame di Stato secondo delle modalità semplificare per coloro che hanno conseguito o conseguiranno il titolo di laurea professionalizzante afferente a una classe di laurea secondo il previgente ordinamento didattico non abilitante.
In questo caso l’esame di Stato consiste in un colloquio, a scelta dello studente, sulle attività svolte nei tirocini pratico valutativi o sulla risoluzione di un caso pratico affrontato nel corso dei tirocini.
“La pubblicazione di questi provvedimenti”, spiega Giovanni Esposito, Presidente del Consiglio Nazionale dei Periti Industriali e dei Periti Industriali laureati, “arriva nel pieno del nostro XV Congresso che tra i punti oggetto di dibattito ha proprio quello della riforma degli ordinamenti della professione, a partire dal suo sistema formativo. La nostra soddisfazione è duplice perché i decreti sono il frutto di quel lavoro costante svolto insieme alle altre professioni tecniche. E proprio da questi ora ripartiamo. Siamo, infatti, già al lavoro con le altre categorie tecniche per attuare l’articolo 4 della stessa Legge Manfredi, per rendere abilitanti le altre 14 classi di laurea che danno accesso alla nostra professione, eliminando sovrapposizioni di competenze e ambiti professionali simili, completando così quel processo di riforma indispensabile per le professioni tecniche e richiesto da tempo anche dall’Unione Europea”. “Al Paese – continua Esposito – servono competenze tecniche per accompagnare i cambiamenti che le nuove tecnologie stanno imponendo. Una formazione abilitante, che sia professionalizzante o triennale tradizionale, a cui corrisponde una precisa professione diventa quindi un elemento chiave per la preparazione dei tecnici del domani”.