Roadshow 2023: un bilancio e molti spunti
Grande attenzione per l’integrazione dei sistemi e per figure chiave come quella del System Integrator, da inserire all’interno degli studi di progettazione, ma anche grande consapevolezza dell’importanza della partita energetica in corso, che condizionerà gli sviluppi della professione nei prossimi anni.
Con la tappa di Rovereto all’ex Manifattura Tabacchi si è chiuso lo Smart Building Roadshow 2023. Un’esperienza per molti versi nuova dopo le sette edizioni precedenti nate dall’urgenza di far conoscere al mondo delle costruzioni cosa stava succedendo in tema di digitalizzazione degli edifici e di home and building automation.
Tutto era iniziato nel luglio del 2015, come molti ricorderanno, nel momento in cui era diventato cogente quanto previsto dalla L. 164/2014, ovvero l’obbligo di dotare di una infrastruttura digitale in fibra ottica tutti i nuovi edifici e quelli ristrutturati profondamente, innescando un processo di innovazione delle dotazioni impiantistiche degli edifici per molti versi nuovo e di cui non si vede ancora l’esito finale.
Dopo aver svolto nei successivi sette anni un’attività di divulgazione che ha coinvolto centinaia di professionisti e di tecnici, attraversando uno dei periodi più turbolenti della storia recente, con una pandemia e una crisi energetica con le quali fare i conti, abbiamo voluto provare a fare un salto di qualità, puntando ad avviare un dialogo più stretto col mondo dei progettisti, identificati come protagonisti imprescindibili per l’introduzione di innovazione nella realizzazione degli edifici nuovi e nel retrofit di quelli esistenti.
Un coinvolgimento fortemente voluto anche a seguito della considerazione che il ruolo dei progettisti travalica l’aspetto meramente tecnico a causa del rapporto privilegiato che hanno con la committenza, rispetto alla quale svolgono una funzione di enorme rilevanza, di “influencer”, come si direbbe usando un termine di moda. L’innovazione in architettura, da sempre, è infatti prevalentemente il frutto del dialogo serrato che si stabilisce tra il tecnico e la sua committenza; elemento che abbiamo voluto evidenziare anche attraverso il coinvolgimento nel Roadshow di ALA Assoarchitetti, l’associazione professionale che organizza l’originale Premio Internazionale Dedalo Minosse alla committenza architettonica, un unicum nel suo genere.
Sono nate così cinque masterclass nelle quali hanno interagito esperti delle nuove tecnologie impiantistiche, i responsabili di alcune aziende leader in settori merceologici specificatamente legati ai processi di innovazione nel campo dell’edilizia, e infine 150 progettisti, ovvero figure professionali iscritte agli Ordini.
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Il lavoro si è svolto nelle sedi provinciali di ANCE di cinque città italiane, partendo da Palermo e risalendo fino a Rovereto, con l’obiettivo anche di saggiare il diverso grado di maturità dei territori di un Paese notoriamente molto “lungo”, puntando a trasmettere i “fondamenti” della progettazione di un edificio smart, ma soprattutto a raccogliere spunti e stimoli da rielaborare attraverso un dialogo serrato tra tutti i partecipanti nell’arco di una intera giornata.
La formula, del tutto sperimentale, ha manifestato la sua bontà proprio nella sua capacità di abbattere barriere che spesso si creano tra docenti e discenti, assumendo un carattere più seminariale e andando a costituire una sorta di punto di partenza per costruire relazioni future e soprattutto l’embrione di una community professionale in grado di condividere visioni e metodologie.
Dai cinque incontri il dato che è emerso con maggiore forza è la richiesta esplicita e pressante di aiuto da parte dei progettisti, chiamati a dominare un universo tecnologico in rapidissima evoluzione di cui è difficile tenere il passo. Un universo fatto di iperspecializzazioni ma che vanno messe a fattor comune attraverso un indispensabile processo di integrazione.
Parliamo quindi di diverse figure professionali, alcune delle quali del tutto nuove, almeno nel campo dell’edilizia. Così come si stanno affermando i BIM specialist a disposizione degli studi di progettazione, segnando anche un confine generazionale al riguardo, durante il Roadshow è emersa la centralità della figura del System Integrator, ancora ben poco delineata e scarsamente utilizzata nel campo dell’edilizia, ma che probabilmente costituirà nel prossimo futuro una sorta di “ufficiale di collegamento” tra gli esperti delle diverse discipline e il progettista, con l’obiettivo di gestire il tutto attraverso l’intelligenza di una piattaforma BEMS, non solo in fase di realizzazione, ma soprattutto in fase di gestione.
Un altro dato emerso con chiarezza è che se il driver oggi sembra essere sempre più la commistione strettissima tra digitalizzazione e gestione energetica, al punto da coniare il neologismo di “digital energy”, non altrettanto chiari sono gli “strumenti” indispensabili per andare nella direzione indicata dalla direttiva europea sulle “Case green”. Troppo si è parlato, infatti, di struttura fisica dell’edificio e troppo poco di tecnologie a basso impatto in grado di ottimizzare l’autoproduzione energetica e i consumi.
In tal senso la grande partita dell’Autoconsumo collettivo e delle Comunità energetiche a detta di tutti i presenti costituirà il quadro entro il quale sviluppare i nuovi progetti, ma anche tutte le attività di “retrofit” che interesseranno il patrimonio costruito, la cui conversione green costituisce senza dubbio una delle più grandi partire, anche dal punto di vista economico, che ci troveremo a giocare nei prossimi decenni.