Cercasi disperatamente lavoratori specializzati per il settore energetico

13 Dicembre 2024 Marco Ventimiglia


Nel 2023 il comparto dell’energia ha aggiunto quasi 2 milioni e mezzo di occupati. Lo indica un rapporto AIE che però evidenzia la carenza di personale qualificato

“Il settore energetico globale ha aggiunto quasi 2,5 milioni di posti di lavoro nel 2023 sulla scia di investimenti crescenti, portando l’occupazione totale a oltre 67 milioni di lavoratori”. È l’incipit di un recente rapporto dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE) che evidenzia come questa crescita dipenda essenzialmente da due fattori strettamente collegati, ovvero la transizione energetica con il continuo diffondersi delle fonti energetiche rinnovabili e il fortissimo traino della Cina nell’adozione delle tecnologie green.

“La crescita a ritmo sostenuto che ha caratterizzato il 2023 – si legge nel report dell’AIE dal titolo World Energy Employment – è stata resa possibile da un’ondata di investimenti nelle tecnologie per l’energia pulita, sebbene la carenza di personale qualificato resti una delle principali preoccupazioni per i datori di lavoro che cercano di assumere”. E qui emerge un’ombra pesante su questo trend fortemente positivo, che rischia di estendersi nei prossimi anni con la minaccia di un rallentamento della stessa transizione energetica.

Il traino dell’energia green

Andando a scomporre il dato complessivo della crescita verificatasi nel 2023, emerge come ad aumentare sono stati sia i posti di lavoro nei vari comparti dell’energia pulita (1,5 milioni) che quelli relativi ai combustibili fossili (940.000). In particolare, il report dell’AIE indica che l’occupazione è aumentata in tutti i segmenti dell’energia green, con una crescita complessiva annua del 4,6%. A fare la parte del leone c’è sempre il fotovoltaico, che ha aggiunto oltre mezzo milione di posti di lavoro.

Un segno più per l’occupazione nel comparto energetico che si è registrato in tutte le principali aree del globo, ma con delle significative differenze. “In Cina – si legge nel World Energy Employment –, l’energia pulita ha rappresentato oltre il 90% della crescita dei lavoratori nel settore energetico, con un totale di oltre 800mila nuovi posti creati nel 2023, mentre in Medio Oriente sono stati i combustibili fossili a rappresentare l’80% dei guadagni”. Ed ancora, la crescita occupazionale nell’energia green ha rappresentato il 4-6% di quella globale in aree economiche avanzate come Stati Uniti, Unione Europea e Giappone.

Le difficoltà ad assumere

Ma nel report dell’AIE è presente anche un pesante avvertimento: “La mancanza di lavoratori qualificati in molti settori dell’industria energetica, in particolare quelli che richiedono alti livelli di specializzazione, rimane un collo di bottiglia sostanziale”. Al riguardo fanno riflettere i risultati di un sondaggio effettuato in 27 Paesi su oltre 190 datori di lavoro del settore energetico dai quali emerge la difficoltà a trovare candidati qualificati per quasi tutte le categorie occupazionali. “L’offerta rimane scarsa, con il 75% degli intervistati che fa fatica ad assumere per questi ruoli”.

“Il settore energetico globale – spiega Laura Cozzi, direttore del settore Sostenibilità, Tecnologia e Prospettive dell’AIE ­– continua a crescere ed altrettanto fa la domanda di lavoratori energetici qualificati. Questo rapporto dimostra che un maggiore investimento in competenze e formazione è fondamentale. I governi, il settore privato, nonché gli istituti di istruzione e formazione devono lavorare insieme per migliorare il flusso di assunzioni, che avrà un ruolo importante nel dare forma al nostro futuro energetico”.

 

Marco Ventimiglia

61 anni, dal 1989 giornalista professionista de l'Unità dove ha ricoperto vari ruoli dapprima nella redazione sportiva e poi in quella economica. Esperto di nuove tecnologie, ha realizzato per anni il supplemento Unità Multimedia e curato il Canale Tecnologia su Internet. Negli ultimi anni realizza sul Web articoli sulla transizione energetica, la mobilità elettrica, il rinnovamento del patrimonio immobiliare, oltre che dare conto delle evoluzioni politiche e normative in materia.