Dal PNRR grande opportunità per le costruzioni, ma non c’è abbastanza forza lavoro
Uno studio di Bankitalia sottolinea come il settore delle costruzioni è il destinatario principale dei fondi del PNRR ma rischia di vanificare importanti incrementi occupazionali
“Il comparto delle costruzioni, che include sia l’edilizia sia l’ingegneria specializzata, è il destinatario principale dei fondi del PNRR e registrerebbe la variazione dell’occupazione più elevata in termini assoluti”. Affermazione importante, ancor di più se consideriamo che proviene dal soggetto imparziale per antonomasia quando si parla di questioni economiche, ovvero la Banca d’Italia. La frase è estrapolata dal recente studio messo a punto in Via Nazionale (dove si trova la storica sede romana della massima autorità bancaria) dal titolo “L’occupazione attivata dal PNRR nelle costruzioni a livello regionale”.
Grande espansione negli ultimi anni
Un’analisi che sottolinea innanzitutto la peculiarità del settore delle costruzioni in Italia, la cui attività ha conosciuto negli ultimi anni una marcata espansione per i consistenti investimenti associati agli incentivi fiscali legati agli interventi di riqualificazione del patrimonio abitativo, dove il ruolo primario è stato svolto dal Superbonus, con livelli occupazionali che nel 2022 si attestavano su valori del 15,3 per cento superiori a quelli del 2019, il che equivale ad un incremento di ben 235mila addetti.
Ora, per quanto possa apparire paradossale, è proprio la forte espansione registrata negli anni più recenti che proietta delle ombre sugli accadimenti futuri. I risultati dello studio di Bankitalia mostrano che l’impulso alla domanda di lavoro nel settore delle costruzioni generato dal PNRR (acronimo di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) sarà nel complesso significativo, sebbene con intensità eterogenea sul territorio. E questo, appunto, potrà trasformarsi in un problema, se è vero che al crescere della domanda deve corrispondere un’analoga dinamica dell’offerta…
Dal PNRR risorse per 43,5 miliardi
In particolare, sulla base delle risorse già assegnate per l’attuazione di nuovi progetti, che Bankitalia indica in circa 43,5 miliardi di euro per quanto attiene al settore delle costruzioni, l’occupazione attivata dal PNRR è stimata in circa 62.000 persone su base annua nella media del periodo 2023-26, vale a dire un numero di lavoratori pari al 6,5% dei dipendenti e al 4,0% degli occupati totali nelle costruzioni del 2019.
Ed è proprio qui che si profilano all’orizzonte le potenziali difficoltà. Infatti, ci sono regioni italiane (nel report si fa l’esempio del Trentino) dove i disoccupati sono già molto pochi, e comunque non esperti del lavoro edile. Quindi appare problematico il reclutamento futuro di ulteriore personale. Diversamente, in altre regioni, come Friuli, Molise, Basilicata e Valle D’Aosta, è invece molto difficile trovare operai specializzati, proprio la categoria che rappresenterà ben il 70 per cento dei nuovi lavoratori richiesti per le opere di ingegneria civile.
Cinque regioni a far la parte del leone
Sempre in ottica territoriale, è interessante notare come della “torta” di 43,5 miliardi quasi la metà viene divisa fra cinque grandi regioni: Campania, Sicilia, Lombardia, Lazio e Puglia. Guardando alle singole linee di intervento, in relazione coi contesti locali nelle quali si inseriscono, spiccano i progetti legati allo sviluppo della rete ferroviaria (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Marche, Umbria, Sicilia), allo sviluppo del sistema portuale (Friuli Venezia Giulia e Liguria), all’efficientamento energetico degli edifici pubblici e privati (Basilicata, Calabria, Trentino e Sardegna), alla rigenerazione urbana (Calabria e Sicilia) e agli interventi per le aree colpite dal terremoto (Abruzzo e Marche).
Sotto il profilo temporale, poco meno della metà della spesa dovrebbe concentrarsi nel biennio 2025-26. Infine, dal punto di vista della categorizzazione degli interventi la maggior parte delle risorse è concentrata nel comparto dei lavori di costruzione specializzati (55,3 per cento a livello nazionale), mentre a seguire troviamo il comparto delle opere di ingegneria civile e quello edile (rispettivamente con il 36,7% e l’8,1%).