Direttiva Case Green – Vergari, Adiconsum: “I consumatori devono essere affiancati da tecnici e imprese”
La nuova normativa Case green prevede che dal 2030 tutti i nuovi edifici residenziali dovranno essere costruiti a emissioni zero; per gli edifici pubblici l’obbligo scatta dal 2028 prevedendo, comunque, alcune deroghe come edifici storici, luoghi di culto, appartamenti sotto i 50 metri quadri o seconde case.
Adiconsum, grazie alla realizzazione di vari progetti legati alle tematiche del risparmio/efficientamento energetico e della sicurezza effettuati negli ultimi anni, attraverso specifiche survey e tour in 20 città italiane, con stand nelle piazze e convegni pubblici con gli Enti locali, ha potuto ascoltare i cittadini/consumatori che hanno fatto emergere specifiche problematiche che necessitano, ovviamente, di soluzioni adeguate.
Il tutto delineando nel position paper anche una serie di proposte a soluzione delle problematiche riscontrate.
Ne abbiamo parlato con Mauro Vergari – Capo Dipartimento Reti – Servizi Essenziali – Telecomunicazioni – Pubblica Amministrazione, Direttore Ufficio Studi, Innovazioni e Sostenibilità di Adiconsum.
Il position paper Adiconsum sulla direttiva case green: di cosa parla e quali sono le sue peculiarità?
Il position paper nasce dalla consapevolezza che la nuova normativa Case green prevede che dal 2030 tutti i nuovi edifici residenziali dovranno essere costruiti a emissioni zero; Il taglio del consumo energetico, impone, entro il 2050 che il patrimonio edilizio dei 27 Paesi dell’Unione Europea dovrà essere a emissioni zero. Inoltre, non è da dimenticare che dal 2040 scatterà il divieto di utilizzare le caldaie alimentate da combustibili fossili. Tutte tematiche che investono direttamente il consumatore finale che deve essere necessariamente assistito sia con adeguati incentivi che con una corretta informazione. Adiconsum con il suo documento affronta il tema nel dettaglio facendo emergere le difficoltà attuative e le criticità scaturite dall’ascolto duraturo e diretto del parere dei consumatori. Quanto delineato dalla Direttiva Case green, che punta ad adeguare le prestazioni energetiche negli edifici, è un’occasione da non perdere per una necessaria rigenerazione totale degli edifici italiani la cui maggioranza è purtroppo costruita prima degli anni ’70. Per rendere veramente sostenibile il vivere dei cittadini, i nostri fabbricati necessitano anche di tecnologie intelligenti digitali che, grazie a una gestione ottimizzata utile a garantire l’automazione, la comunicazione tra gli impianti presenti nel fabbricato e l’acquisizione dei relativi dati, consentono l’utilizzo più razionale dell’energia, migliorano le performance e la sicurezza degli impianti, offrono soluzioni in linea con i cambiamenti climatici e nel modo di abitare le nostre case, e soddisfano i bisogni dei consumatori. In estrema sintesi il position paper si preoccupa di proporre attività utili ad innalzare la qualità dell’abitare di ogni cittadino puntando alla sua salubrità e sostenibilità. Digitalizzazione, risparmio energetico ed efficienza degli impianti dei fabbricati sono le strade indispensabili da realizzare attraverso un PIANO NAZIONALE DI RISTRUTTURAZIONE DELL’EDILIZIA.
Volendo stare dalla parte del consumatore, qual è il vostro punto di osservazione?
Trasformare la casa in una casa sostenibile non è una problematica per singoli cittadini, ma una necessità sociale. Sempre più cittadini/consumatori stanno comprendendo che qualsiasi azione negativa del singolo impatta fortemente sulla collettività, sui territori e, quindi, sul bene comune. Anche il come e quanto consuma la propria casa, luogo privatissimo, ora diventa una problematica sociale che può danneggiare l’ambiente, il territorio e i suoi abitanti, se non affrontato correttamente.
Tutti hanno interesse a migliorare la propria condizione di vita e quindi anche del vivere meglio nei fabbricati ma le scelte tecnologiche da fare e i costi da sostenere non possono essere svolti da un consumatore lasciato solo. È necessario l’intervento delle Istituzioni attraverso una precisa e duratura programmazione. Adiconsum con il suo documento chiede di cominciare ad affrontare la tematica della qualità dell’abitare da ora senza attendere gli obblighi che la direttiva europea determina e soprattutto senza trasformare il tutto in un problema da scaricare ai singoli.
Il consumatore denuncia di non avere le conoscenze idonee per fare le scelte giuste nell’ambito della rigenerazione dei fabbricati perchè occorre conoscere troppe tecnologie e perchè occorre, quindi, affidarsi a tecnici e aziende specializzate che non è facile identificare nel mercato in relazione alle loro reali competenze perché non esistono strumenti identificativi garantiti. Proprio per questo nel Position Paper Adiconsum chiede la realizzazione, in ogni territorio, di centri informativi dedicati alla ristrutturazione dell’edilizia dove il consumatore possa attingere a tutte le informazioni e trovare tecnici e ditte che sono riconosciute dallo Stato.
Dal suo punto di osservazione, cosa può mancare effettivamente al consumatore, in tema di informazione e professionisti affidabili?
Nel position paper sono indicate con dettaglio e chiarezza tutte le criticità manifestate dai consumatori che vogliono migliorare il proprio vivere e sono illustrate anche le soluzioni ai problemi. L’informazione che arriva al consumatore non affronta mai il tema nella sua reale complessità ma si preoccupa solo di spingerlo verso singoli interventi senza partire dall’analisi della situazione presente e soprattutto senza legare l’investimento economico agli obiettivi da raggiungere. Il consumatore deve essere assistito da tecnici e imprese che fanno i suoi interessi e troppo spesso ciò non accade, servono quindi strumenti idonei e garantiti per saper scegliere fra i “buoni e i catti”,