“Ecosistema Scuola” fotografa il grande ritardo nella riqualificazione energetica
Il rapporto di Legambiente sulla qualità degli edifici e dei servizi scolastici evidenzia il lento procedere dell’efficientamento energetico
Al tempo della criminalizzazione del Superbonus, adesso persino indicato come la causa principale dell’ennesimo sforamento del rapporto deficit/pil, vivono il loro momento di gloria coloro che reputano lo stato dell’edilizia una questione che non riguarda il governo e le istituzioni pubbliche. Persone a cui ci permettiamo di consigliare la lettura di “Ecosistema Scuola”, ovvero il XXII Rapporto nazionale sulla qualità degli edifici e dei servizi scolastici realizzato da Legambiente. Perché se c’è un ambito dove è davvero impossibile immaginare la gigantesca riqualificazione energetica necessaria per uscire dall’arretratezza senza ricorrere alla mano e alla mente pubblica, questo è proprio quello dell’edilizia scolastica.
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Solo il 6% nelle classi energetiche migliori
“Molto c’è ancora da fare per rendere tutte le scuole meno energivore e implementare la produzione di energia da rinnovabili”, è l’incipit del capitolo del rapporto dedicato, appunto, alla riqualificazione energetica degli edifici scolastici. Un’affermazione che purtroppo è assai facile puntellare con i numeri sconfortanti che provengono dal territorio. Infatti, ad oggi quasi il 60% delle scuole italiane si colloca nelle ultime due classi energetiche, identificate con le lettere F e G, a fronte di uno scarso 6% che invece si trova nelle classi meno energivore, vale a dire A e B. Il che, visto che siamo nell’ambito dell’istruzione, è come dire che per ogni studente con buoni voti ce ne sono altri dieci da bocciare…
Una situazione assolutamente insoddisfacente, determinata anche da scelte discutibili. Lo conferma il fatto che a livello nazionale l’81,1% delle amministrazioni dichiara di aver realizzato interventi per l’efficientamento energetico delle scuole, ma questi interventi hanno coinvolto soltanto il 17,1% degli edifici scolastici. Una percentuale fra l’altro, frutto di squilibri enormi sul territorio: nel Nord il dato sale al 21,2% mentre nelle Isole l’efficientamento energetico riguarda appena il 5,8% delle scuole, con il Centro e il Sud rispettivamente al 12,7% e al 14,7%.
Poche installazioni di impianti con fonti rinnovabili
Tra gli interventi maggiormente realizzati nell’ambito dell’efficientamento energetico delle scuole vi sono la sostituzione delle caldaie, dei vetri e dei serramenti, nonché i lavori di isolamento delle coperture e delle pareti esterne. Il rapporto di Legambiente sottolinea come si tratti di interventi necessari ma che spesso, in assenza della concomitante installazione di impianti energetici rinnovabili negli edifici scolastici, non hanno portato a dei veri e propri miglioramenti, quelli che poi permettono il passaggio da una classe energetica inferiore a una superiore.
E in relazione agli edifici scolastici in cui si utilizzano fonti di energia rinnovabile, nel computo nazionale sono soltanto il 21,8%. Un gruppo limitato all’interno del quale la netta prevalenza, il 78,4%, è relativa agli impianti solari fotovoltaici. Discreta la diffusione degli impianti solari termici, nel 35,9% dei casi, mentre per gli impianti a geotermia, biomasse e biogas ci sono solo piccole percentuali. Da notare come la ripartizione territoriale ha un andamento ben diverso da quello relativo agli interventi di efficientamento. Infatti, le scuole con impianti di energia rinnovabile sono il 29,4% al Sud, il 22,1% al Centro, il 20,6% al Nord e il 17% nelle Isole.
Caro energia e importanza del PNRR
Una situazione di arretratezza delle scuole italiane che diventa ancor più allarmante considerando che i più recenti avvenimenti complicano ulteriormente le cose. Il rapporto segnala che “è entrato prepotentemente in campo il problema del caro energia, che rende la questione storica dell’efficientamento degli edifici scolastici ancora più urgente, uno dei principali cantieri di edilizia pubblica non più rinviabili”.
In questo contesto diventa ancor più strategica una rapida ed efficace applicazione di quanto scritto nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza:
“Ci auguriamo che i 3,9 miliardi del PNRR destinati a 2.158 interventi nelle scuole siano orientati a un modello di riqualificazione complessiva e integrata degli edifici, che preveda anche processi di coprogettazione e partecipazione per dare vita a esperienze di innovazione e risposta alla povertà, come le comunità energetiche”.