Il vero efficientamento energetico nelle scuole italiane

29 Novembre 2021 Ilaria Rebecchi


Le scuole italiane sono quasi 60mila: il 40% costruito dalla fine degli anni ’70. Ma i tempi sono cambiati

58.598: è il numero delle scuole italiane, mentre il 40% è la stima di quelle costruite a partire dal 1976 in poi, a seguito al decreto ministeriale del 18 dicembre 1975 – “Norme tecniche aggiornate relative all’edilizia scolastica, ivi compresi gli indici minimi di funzionalità didattica, edilizia ed urbanistica, da osservarsi nella esecuzione di opere di edilizia scolastica”.
Ma quale modernità, verrebbe da dire i tempi sono decisamente cambiati e la modernità di oltre 40 anni fa non è assolutamente quella attuale. Sia in termini di efficientamento energetico sia di sicurezza.

Quindi, le scuole italiane sono difficilmente al passo con i tempi se si parla di efficientamento energetico e sostenibilità.
Ma andiamo con ordine: se 60 mila edifici scolastici sono un numero decisamente inferiore ai 12 milioni di edifici residenziali sul territorio italiano, si stima che nelle nostre scuole ogni giorno entrino circa dieci milioni tra studenti, docenti e personale ATA.
E circa il 16% di queste persone resta all’interno dell’edificio al minimo cinque ore al giorno, sei giorni su sette. Con la conseguenza della necessità di mantenere un riscaldamento idoneo in inverno e una temperatura più leggera e vivibile in primavera.

Tra PNRR, PNIEC Strategia nazionale di lungo termine sulla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, gli obiettivi generali sono i seguenti: dal 2021 al 2030 ridurre l’emissione di gas serra dal -20% del 2020 al -40% nel 2030, mentre l’uso di energia da fonti rinnovabili dovrebbe passare dal 20% al 32% per il 2030 e l’efficienza energetica dal 20% del 2020 al 32,5% per il 2030.

E se 24.336 edifici scolastici su 58.508 hanno dichiarato di non aver ancora attuato accorgimenti per la riduzione dei consumi energetici. E questo si traduce nella percentuale fissa al 60% il numero di edifici scolastici italiani che non hanno attuato alcun accorgimento per la riduzione dei consumi energetici. Ma l’Attestato di Prestazione Energetica (APE) è già obbligatorio per tutti gli edifici con superficie superiore a 250 mq, utilizzati da pubbliche amministrazioni e aperti al pubblico. Questo attestato, inoltre, ha validità massima di dieci anni dal suo rilascio ed è aggiornato ad ogni intervento di ristrutturazione o riqualificazione che modifichi la classe energetica dell’edificio.

Secondo le stime, inoltre, sono 22.339 gli edifici scolastici italiani che hanno doppi vetri nei serramenti, il 38% del totale. Mentre, in termini di pannelli isolanti sotto il tetto per aumentare la coibentazione dell’edificio, 13.612 edifici su 58.598 hanno dichiarato di possederli. E il cappotto? Presente in 7.045 edifici scolastici, il 12% del totale, mentre per la ​zonizzazione dell’impianto termico è presente in più di 20 mila edifici, circa il 35% del totale.
Ancora lontano il mondo dei pannelli solari: 15.772 gli edifici muniti di impianto e circa il 27% quindi ha pannelli fotovoltaici. 
La domanda, dunque, è una: come si riuscirà in 9 anni mediamente a raggiungere gli standard che ci chiede l’Europa?

Ilaria Rebecchi

Executive Editor della rivista e del portale Smart Building Italia, lavora come Giornalista e Senior Copywriter specializzata in settori come tecnologia e digitale, creatività e social media.