Lo sviluppo di RECOCER, la più grande comunità energetica rinnovabile italiana

25 Agosto 2023 Marco Ventimiglia


Il punto sull’evolversi dell’ambizioso progetto, con 15 Comuni coinvolti, in un convegno organizzato dalla Comunità Collinare del Friuli

Quando si parla dello sviluppo delle comunità energetiche rinnovabili (CER) in Italia, il progetto RECOCER non rappresenta certo una novità considerato che è “in pista” ormai da due anni. Eppure il suo evolversi merita sempre la massima attenzione e per capirlo basta soffermarsi sulle caratteristiche dell’iniziativa. Esattamente ciò di cui si è parlato in un recente convegno a Colloredo di Monte Albano, in provincia di Udine, organizzato dalla Comunità Collinare del Friuli in collaborazione con Rinnovabili.it.

Al servizio di 50mila abitanti

Stiamo infatti parlando del più ambizioso piano di sviluppo nazionale in tema di CER. Lanciato nel 2021 e forte dei 5,4 milioni di euro stanziati dalla regione Friuli Venezia Giulia, il progetto RECOCER coinvolge ben 15 Comuni della Comunità Collinare del Friuli (CCF), per un totale di 50mila abitanti. Un contesto territoriale davvero particolare, considerato che la CCF non è certo una sigla creata per l’occasione dato che si tratta di una realtà nata come consorzio volontario nel 1967 dall’unione di 15 comuni friulani, per poi diventare ente locale nel 2020 per effetto della normativa regionale. Da qui un chiaro valore aggiunto, perché in oltre 50 anni i Comuni aderenti hanno imparato a lavorare assieme in molti contesti, amministrativi e non solo, con la CCF che aggrega anche le pro loco, i volontari della protezione civile, i servizi sociosanitari, ecc.

“L’esperienza – ha raccontato Luigino Bottoni, presidente della CCF – ci ha abituato a ragionare sulla visione del risultato finale, permettendoci così di comprendere subito l’utilità della realizzazione di un progetto sulle comunità energetiche. In particolare, abbiamo capito che si andava oltre il semplice concetto di risparmio in bolletta, mirando piuttosto ad ottenere una remunerazione sociale e amministrativa in vista di una gestione ottimizzata del territorio”.

Le caratteristiche del progetto

RECOCER si propone di realizzare 4-5 comunità energetiche rinnovabili, in linea con il numero di cabine primarie esistenti nel perimetro della Comunità Collinare del Friuli. Quest’ultima, come ha spiegato il suo direttore generale, Emiliano Mian, “aggrega, supporta e coordina i Comuni in questa direzione offrendo un modello organizzativo che è anche un modello di business capace di generare un flusso di risorse”.

Lo stesso Mian ha precisato che “in 20 anni, vale a dire il periodo della durata degli incentivi del GSE, il progetto RECOCER sarà in grado di generare almeno due volte il valore dell’investimento iniziale”. Tutti i partner dell’iniziativa sono pubblici, come ad esempio l’Energy Center del Politecnico di Torino, Magliano Alpi o RSE, e questo “va a garanzia dell’indipendenza dell’attività svolta”. In particolare, per il periodo 2022-2024 è stata pianificata la realizzazione di oltre 40 impianti fotovoltaici per una potenza unitaria di oltre 2 MW, da realizzare sugli edifici pubblici dei 15 Comuni coinvolti, due dei quali sono già attivi.

Il messaggio del viceministro

Infine, va segnalato che nel corso del convegno è stato letto il messaggio del viceministro del MASE (Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica), Vannia Gava, che fa il punto sull’evoluzione dell’atteso provvedimento legislativo sulle comunità energetiche rinnovabili. Si tratta di un testo per il quale l’Italia si trova in una scomoda posizione “di debito” nei confronti dell’Unione Europea, che ha rilasciato ormai da tempo le direttive in materia a cui devono appunto attenersi i Paesi membri.

“Sul fronte normativo mancano ancora alcuni tasselli – scrive Vannia Gava – ma siamo quasi al traguardo del decreto ministeriale. Il provvedimento prevede, oltre a una serie di semplificazioni per la realizzazione delle CER, anche un incentivo in bolletta per i produttori e i consumatori dell’energia verde condivisa, con un investimento di 2,2 miliardi di euro per le comunità che nasceranno nei piccoli comuni”.

Marco Ventimiglia

61 anni, dal 1989 giornalista professionista de l'Unità dove ha ricoperto vari ruoli dapprima nella redazione sportiva e poi in quella economica. Esperto di nuove tecnologie, ha realizzato per anni il supplemento Unità Multimedia e curato il Canale Tecnologia su Internet. Negli ultimi anni realizza sul Web articoli sulla transizione energetica, la mobilità elettrica, il rinnovamento del patrimonio immobiliare, oltre che dare conto delle evoluzioni politiche e normative in materia.