Non tira un buon vento per l’eolico, interviene la Commissione UE

27 Ottobre 2023 Marco Ventimiglia


Nonostante il comparto copra già il 17% del fabbisogno elettrico europeo, ci sono difficoltà che hanno spinto Bruxelles a presentare un piano d’azione

I numeri, si sa, vanno maneggiati con molta cura. In caso contrario il rischio è quello di fare confusione e, ancor peggio, agire o non agire in base a dei presupposti sbagliati. Premessa necessaria prima di parlare del Piano d’azione europeo per l’energia eolica che è stato recentemente presentato dalla Commissione Europea.

C’è infatti un numero che potrebbe far pensare positivo e indurre a credere che basti seguire la direzione del vento, metafora inevitabile, per arrivare a conseguire gli obiettivi dell’Unione Europea in tema di energia eolica. Ci riferiamo a quel 17% del fabbisogno elettrico globale relativo ai Paesi aderenti all’Unione che viene coperto con l’energia che viene prodotta dagli impianti eolici. Una percentuale, riguardante il 2022, che peraltro conferma il trend di continua crescita del settore.

Gli obiettivi da raggiungere

Ci sono, però, degli altri numeri che raccontano una realtà più complessa e, appunto, hanno reso necessari i “correttivi” al funzionamento del sistema eolico nel continente che sono contenuti nel Piano d’azione. Per capire meglio occorre partire dal target più recente fissato dall’UE per il comparto, a sua volta basato sull’obiettivo di raggiungere almeno il 42,5% di energia rinnovabile entro il 2030. Questo richiederà un massiccio aumento della capacità eolica installata nel continente, con una crescita prevista da 204 GW nel 2022 a oltre 500 GW alla fine di questo decennio.

Ed allora, se questo è il traguardo, ci si rende conto che bisogna fare di più, molto di più. Infatti, nel 2022 sono stati aggiunti nel continente 16 GW di installazioni di energia eolica, ovvero un aumento record del 47% rispetto al 2021. Questo dato è tuttavia ben al di sotto dei 37 GW/anno necessari per raggiungere il citato obiettivo UE del 2030 relativo alle rinnovabili. Un gap che si allarga guardando in particolare all’eolico offshore. “Nel 2022 – sottolinea la Commissione UE –, la capacità installata offshore dell’UE-27 ammontava a 16,3 GW. Ciò significa che per colmare il divario tra i 111 GW impegnati dagli Stati membri e la capacità del 2022, dobbiamo installare in media quasi 12 GW/anno, ovvero 10 volte di più dei nuovi 1,2 GW installati lo scorso anno”.

Perché la crescita insufficiente

Una crescita, dunque, sicuramente insufficiente per raggiungere gli obiettivi prefissati. Molte le cause individuate e indicate dalla Commissione Europea: una domanda insufficiente e incerta, autorizzazioni lente e complesse, mancanza di accesso alle materie prime, inflazione elevata e prezzi delle materie prime, prezzi poco favorevoli progettazione di gare d’appalto nazionali, maggiore pressione da parte dei concorrenti internazionali e rischi sulla disponibilità di forza lavoro qualificata.

Si arriva quindi ai rimedi contenuti nel recente Piano d’azione. Si va da una maggiore affidabilità e rapidità dei processi di autorizzazione degli impianti eolici al miglioramento delle aste “con criteri ben concepiti e oggettivi che premino le apparecchiature a maggior valore aggiunto”. Ed ancora, per accelerare gli investimenti e i finanziamenti per la produzione di energia eolica, la Commissione faciliterà l’accesso ai finanziamenti dell’UE. Inoltre, la Commissione lavorerà con gli Stati membri e l’industria eolica su “una Carta dell’energia eolica dell’UE per migliorare le condizioni che consentono all’industria eolica europea di rimanere competitiva”.

Marco Ventimiglia

61 anni, dal 1989 giornalista professionista de l'Unità dove ha ricoperto vari ruoli dapprima nella redazione sportiva e poi in quella economica. Esperto di nuove tecnologie, ha realizzato per anni il supplemento Unità Multimedia e curato il Canale Tecnologia su Internet. Negli ultimi anni realizza sul Web articoli sulla transizione energetica, la mobilità elettrica, il rinnovamento del patrimonio immobiliare, oltre che dare conto delle evoluzioni politiche e normative in materia.