Altro dato importante del rapporto è quello che vede le imprese giovanili orientate di più al green: il 47% di quelle di under 35 ha investito nella green economy nel passato triennio, contro il 23% delle altre imprese.
Dall’indagine emerge chiaramente anche che green e digitale insieme rafforzano la capacità competitiva delle nostre aziende. Le imprese eco-investitrici orientate al 4.0 nel 2020 hanno visto un incremento di fatturato nel 20% dei casi, quota più elevata del citato 16% del totale delle imprese green e più che doppia rispetto al 9% delle imprese non green.
La transizione verde passa anche per un nesso tra imprese e istituzioni territoriali: le aziende che hanno investito o investiranno nel green hanno dichiarato infatti di aver instaurato/rafforzato collaborazioni con soggetti come le Regioni, i Comuni e le Camere di commercio nel 17% dei casi, a fronte di un 5% rilevato per tutte le altre.
Rapporto GreenItaly 2020: meno rifiuti, economia circolare ed eccellenze
Molte imprese italiane, nonostante la crisi del Covid-19, non hanno rinunciato a innovare e scommettere sulla sostenibilità ambientale, anzi, alcune hanno deciso di alzare la posta per essere ancora più competitive e resilienti.
L’economia circolare diventa mainstream e anche settori che erano stati tradizionalmente diffidenti ricorrono in maniera più consistente a materiale di recupero, anche nelle produzioni di fascia alta (ad esempi gli agglomerati di quarzite o l’arredamento di design). L’industria italiana del legno arredo è infatti prima in Europa in economia circolare: il 93% dei pannelli truciolari prodotti in Italia è fatto di legno riciclato.
Infine, la meccanica italiana, da sempre impegnata nell’efficienza e nella sostenibilità, oggi grazie anche agli incentivi di Industria 4.0 aiuta la gran parte delle filiere produttive a ridurre gli impatti ambientali.