Rinnovabili e autoconsumo: la rete CER e i casi studio
LA RETE CER
Nata a dicembre 2020 con l’obiettivo di creare un’alleanza dal basso per combattere la lotta alla povertà energetica partendo proprio dai contesti con forti criticità ambientali e socioeconomiche, ma anche dalle aree a forte disagio insediativo per costruire processi di partecipazione e innovazione sociale capaci di innescare un profondo cambiamento dei territori, nell’ottica di una maggior giustizia ambientale e sociale. Luoghi abbandonati all’incuria, siti in attesa di bonifica, vertenze sulla qualità dell’aria o dell’acqua, esposizione a rischi idrogeologici, mancanza di servizi, scarsa qualità delle abitazioni e delle scuole di ogni ordine e grado, ma anche aree di pregio naturalistico dove la mancanza di servizi territoriali accelera lo spopolamento. Criticità che peggiorano la vita dei cittadini, abbassando gli standard di qualità e diminuendo le opportunità di sviluppo locale dei territori.
COME COSTITUIRE UNA CER?
In primis è necessario individuare l’area di riferimento occupata dalla rete elettrica di bassa tensione sottostante a una cabina BT/MT. In tale perimetro, si possono aggregare in una comunità di privati cittadini, enti locali e territoriali e piccole o medie imprese che siano titolari di una utenza sulla linea di bassa tensione.
Si passerà poi ad una call di adesione delle comunità dedicate e all’individuazione di un tecnico comunale per poi arrivare alla costituzione di un’associazione, e/o cooperativa, costituita come ente non commerciale: una struttura aperta, ovvero tutti i soggetti che facciano domanda di adesione alle condizioni previste nello Statuto e siano cittadini o PMI nel perimetro territoriale della comunità dovranno essere ammessi.
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CASI STUDIO
20 esperienze di autoconsumo collettivo, nate grazie al progetto Energheia: oltre 700 famiglie grazie all’energia prodotta dagli impianti solari utilizzata per alimentare le pompe di calore aria-acqua e i servizi comuni nei condomini, otterranno una riduzione del fabbisogno energetico da fonte fossile tra il 57% e l’81% per i consumi elettrici e da un minimo del 17% ad un massimo di 56% per quelli termici.
Nel caso delle CER, la Nuove Energie Alpine o quella di Ventotene, la Comunità Energetica Critaro in Calabria e quelle siciliane di Messina, Sortino e Blufi, hanno posto l’accento sui benefici sociali per le fasce di popolazione che vivono in condizioni di disagio socioeconomico. 55 i Comuni coinvolti, da San Daniele in Friuli-Venezia Giulia, a Ragusa dove l’Amministrazione ha avviato un progetto di promozione di comunità energetiche sul territorio. E Basiglio, prima comunità energetica dell’area metropolitana di Milano: oltre 20 imprese coinvolte nella creazione di comunità energetiche, come il Gruppo Amaranto che ha dato vita, in Molise, ad AMARES, comunità energetica d’imprese.
Caso studio è quello di VILLANOVAFORRU, piccolo Comune di meno di 700 abitanti dove è nata una delle prime comunità rinnovabili d’Italia, costituita da un gruppo di cittadini capaci di produrre autonomamente l’energia che consumano. L’impianto con una potenza di 54,4 kW è stato installato sul tetto della palestra della scuola media ed è collegato a 40 utenze sia private che commerciali. I membri della CER consumano l’energia che producono, un’energia prodotta localmente, in forma pulita e rinnovabile. La normativa prevede che l’energia prodotta sia immessa nella rete e chi fa parte della CER riceva un incentivo commisurato ai consumi in cui l’impianto è attivo. In pratica, gli utenti pagano la bolletta e la CER riceve dal gestore dei servizi energetici il rimborso di una quota pari al corrispettivo unitario. Questa parte viene condivisa dai 40 utenti. Oltre ad uno progetto tecnico mirato al risparmio energetico mediante la produzione di energia elettrica tramite fonti rinnovabili, la CER diventa uno strumento di condivisione per gli ne usufruisce, ma soprattutto uno strumento di consapevolezza territoriale e un’idea differente di promozione locale e di democrazia partecipativa creando un nuovo legame e senso di appartenenza alla Comunità.
Poi c’è la storia di SOLISCA, prima comunità energetica rinnovabile in Lombardia, nel paese di Turano Lodigiano (LO) – 1500 abitanti. Qui sono stati installati due impianti fotovoltaici (34 kW e 13 kW) installati sulle aree coperte del campo sportivo e sulla palestra. Una produzione di circa 50.000 kWh/ anno e a beneficiarne sono la parrocchia, 9 utenze del Comune e 23 famiglie. I cittadini e gli enti locali potranno produrre, scambiare e vendere energia rinnovabile e gestire il processo una piattaforma digitale che mette in rete tutti i POD (Point of Delivery, i punti di consegna dell’energia elettrica alle utenze) e gli smart meter (contatori) e registra in tempo reale i flussi di potenza e gli scambi di energia, certificati tramite la tecnologia blockchain e che infine calcola il risparmio in bolletta per i cittadini-prosumer. Tra le opportunità offerte dalla piattaforma anche la stima dell’impatto su clima e sull’ambiente evitato e che emerge attraverso gli indicatori di sostenibilità ambientale come le emissioni di CO2 non prodotte e il numero di alberi equivalenti piantati.
Quello di PINEROLO, in Piemonte, rappresenta un progetto di Autoconsumo Collettivo sviluppato da Acea Energia, in joint venture con Tecnozentih, con la collaborazione dell’Energy Center del Politecnico di Torino, ed è caso studio nell’ambito del progetto europeo Horizon 2020 “Buildheat”. L’edificio è dotato di un impianto di potenza pari a 20 kW ed è progettato per auto-consumare il 90% dell’energia prodotta. L’energia prodotta dall’impianto alimenta i sistemi di climatizzazione dell’edificio, ossia delle pompe di calore, e il surplus viene immagazzinato in un pacco di batterie da 13 kWh, da riutilizzare quando necessario per ridurre il prelievo di energia elettrica dalla rete. La presenza di sistemi di Building Management System (BMS), è possibile controllare la temperatura di ciascuna stanza dei 10 appartamenti nell’edificio e definire dei parametri distinti in base all’occupazione e alla destinazione d’uso dei singoli vani. Il sistema BMS consente, inoltre, il monitoraggio dei consumi elettrici.