Si è chiuso con successo il bando PNRR per lo sviluppo dell’agrivoltaico innovativo

3 Ottobre 2024 Marco Ventimiglia


Al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica sono arrivate 643 richieste di partecipazione per progetti con potenza complessiva di 1,7 gigawatt

Fra i moltissimi ambiti in cui si svolge e si svolgerà la transizione energetica ce ne sono alcuni che per ora sembrano essere figli di un Dio minore. In Italia è sicuramente il caso dell’agrivoltaico, un comparto di grande potenzialità di cui si è fin qui poco parlato, e quando lo si è fatto è stato spesso con intenti polemici, sbandierando la sua presente incompatibilità con le coltivazioni agricole e il rispetto del paesaggio. Per questo appare particolarmente significativo quanto accaduto di recente, con la chiusura, più che positiva, del bando PNRR volto, appunto, ad incentivare lo sviluppo dell’agrivoltaico innovativo.

Prevalenza del Mezzogiorno

Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) ha comunicato che sono giunte dagli operatori 643 richieste di partecipazione alle procedure di selezione delle iniziative, la maggior parte delle quali provenienti dal Mezzogiorno (il 56% del numero totale), per progetti che insieme esprimono una potenza complessiva di oltre 1,7 gigawatt. Rispetto alle risorse PNRR (il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) dedicate alla misura, le richieste finora pervenute ammontano ad un corrispettivo di circa 920 milioni di euro.

Si tratta di numeri che emergono dal riepilogo del Gestore dei Servizi Energetici (GSE), ovvero il soggetto che per conto del MASE gestisce la concreta applicazione da parte degli operatori interessati delle indicazioni contenute nel bando PNRR. Quest’ultime prevedono, a sostegno degli operatori, una tariffa incentivante in conto esercizio sull’energia netta immessa in rete e un contributo in conto capitale, a valere sulle risorse PNRR, fino al 40% dei costi ammissibili sostenuti.

Installazione di sistemi ibridi

In particolare, per ricevere la tariffa incentivante gli operatori devono costruire dei cosiddetti sistemi ibridi agricoltura/produzione energetica, in modo “da non compromettere l’utilizzo dei terreni dedicati all’agricoltura, contribuendo alla sostenibilità ambientale ed economica delle aziende”. In questo modo si rende praticabile una sorta di “via alternativa”, che tutela lo sviluppo dell’agrivoltaico nonostante le rigide disposizioni contenute nel recente Decreto Legge  Agricoltura, dove all’articolo 5 viene espressamente previsto il divieto di installazione, nelle zone classificate come agricole, di nuovi impianti fotovoltaici con moduli collocati a terra, nonché il divieto di aumentare l’estensione di quelli già esistenti.

“Si tratta di un risultato molto incoraggiante – ha dichiarato il titolare del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto – che conferma l’ottimale definizione della misura prevista dal PNRR, ma che certifica soprattutto la matura attenzione del mondo agricolo verso soluzioni che facciano coesistere produzione di qualità e nuove soluzioni energetiche rinnovabili. In questo modo – è la conclusione del ministro – l’agricoltura diviene sempre più protagonista della transizione”.

Marco Ventimiglia

61 anni, dal 1989 giornalista professionista de l'Unità dove ha ricoperto vari ruoli dapprima nella redazione sportiva e poi in quella economica. Esperto di nuove tecnologie, ha realizzato per anni il supplemento Unità Multimedia e curato il Canale Tecnologia su Internet. Negli ultimi anni realizza sul Web articoli sulla transizione energetica, la mobilità elettrica, il rinnovamento del patrimonio immobiliare, oltre che dare conto delle evoluzioni politiche e normative in materia.