Tecnologie per la decarbonizzazione, i conti dell’Italia non tornano
Più di 4 miliardi nel 2022: cresce il deficit commerciale del nostro Paese nelle tecnologie legate alla riduzione delle emissioni
La transizione energetica è un concetto globale che va ben oltre la stretta attualità, legato com’è al futuro climatico del pianeta ed a quello delle prossime generazioni. Non per questo, però, sfugge alla leggi dell’economia, compresa la situazione del dare e dell’avere di ogni nazione alle prese con la rivoluzione green. L’Italia naturalmente non fa eccezione, e fra i soggetti che si occupano dei conti del nostro Paese c’è ENEA con la sua Analisi trimestrale del sistema energetico.
La principale domanda in materia non può essere che questa: tradizionale importatore di materie prime ed esportatore di prodotti finiti, qual è la bilancia commerciale del nostro Paese nel settore delle cosiddette tecnologie low-carbon? Ebbene, senza giri di parole, diciamo subito che le cose non solo vanno male, ma che in un futuro prossimo potrebbero anche peggiorare, come indica chiaramente il raffronto fra il saldo pesantemente negativo dell’anno scorso e quello ancor più in rosso del primo semestre 2023.
Nel 2022 crescita del 28% per il disavanzo
Cominciamo da quanto segnala l’Analisi ENEA per il 2022, periodo nel quale “il dato consolidato indica come il trend di crescita del disavanzo relativo ai prodotti low-carbon sia pienamente confermato, toccando il livello di -4,2 miliardi di euro al valore corrente, per un tasso di variazione rispetto all’anno precedente che indica una crescita di circa il 28%”. Ed è di relativo conforto apprendere che la crescita del saldo negativo è stata determinata anche dall’elevata inflazione del periodo, “depurando” la quale l’aumento delle importazioni sarebbe più contenuto (+6%), mentre maggiore sarebbe quello relativo all’andamento delle esportazioni (+25%).
E se la bilancia commerciale 2022 delle tecnologie per la decarbonizzazione appare giustamente preoccupante, non si può nemmeno dire che il peggio è passato… Infatti, come anticipato, nel capitolo dell’Analisi dedicato all’andamento dei primi sei mesi dell’anno viene sottolineato come il deficit per i prodotti low-carbon è divenuto ancora più rilevante, pari all’80% circa di quello dell’intero anno precedente. In particolare, da gennaio a giugno si è arrivati a cumulare un saldo negativo di 3,2 miliardi di euro.
L’andamento delle varie tecnologie low-carbon
Ma come si suddividono l’abbondante spesa e l’assai più contenuto guadagno del sistema Paese nel comparto low-carbon? Il report ENEA indica che la gran parte delle importazioni, è relativa a tre tipologie di prodotto: i pannelli fotovoltaici, i veicoli ibridi plug-in e gli accumulatori agli ioni di litio. Per quanto invece riguarda le altre tipologie di prodotti per la decarbonizzazione, emerge un saldo negativo pure per i generatori eolici, sebbene con un’incidenza minore in termini assoluti sulla dinamica della bilancia commerciale del settore.
Fortunatamente ci sono anche delle tipologie di prodotto che si muovono in controtendenza con un saldo positivo dell’import-export, come i componenti del settore eolico e il solare termico, quest’ultimo però un settore a bassa incidenza quantitativa sull’interscambio commerciale. Ma va soprattutto segnalato il buon andamento dei mezzi BEV (acronimo di Battery Electric Vehicle), vale a dire i veicoli elettrici “puri” per i quali le esportazioni sono in crescita, tanto nel 2022 quanto nei primi sei mesi del corrente anno.